Un Cespuglio Senza Nome
E’ l’alba e gli alberi del bosco ancora sonnecchiano beati e tutt’ intorno regna il silenzio. Ad un tratto quella quiete viene turbata dalla voce cavernosa di un pino maestoso che fa svegliare tutti di soprassalto. Egli notando accanto ai suoi piedi un cespuglio, mai visto prima, esclama: – Chi sei straniero? Come sei arrivato qui e quando? Ieri sera non c’eri e stamattina sei spuntato come un fungo?
Il povero cespuglio impaurito da quell’albero imponente con un filo di voce risponde: – Io vengo dal cielo. Abitavo nel giardino degli dei, ma non ero felice perché nessuno mi degnava di uno sguardo, nessuno mi amava, nessuno mi considerava. In altre parole ero un emarginato. Tutti gli abitanti del giardino continuamente dicevano che quel posto non era adatto a me perché ero una nota stonata in quella sinfonia di colori e di bellezze. Stanco di subire mortificazioni ho deciso di scendere sulla terra pensando di stare meglio tra gli uomini e le piante terrestri. Quando dall’alto ho visto questo bosco ho capito subito che era il luogo ideale fatto proprio per me e sono atterrato ai tuoi piedi.
All’improvviso una violetta si sbellica dalle risate : – Ahah! Ahah! Guardate, guardate! Indicando il cespuglio.
Gli alberi si accigliano perché non capiscono il motivo di quel comportamento poco dignitoso della violetta.
Il piccolo fiore allora per giustificarsi spiega che quella pianta cespugliosa non possiede radici e questa sua particolarità ha suscitato in lei ilarità.
Tutte le piante scandalizzate esclamano in coro:- Non ha radici! E’ una cosa inusuale nel nostro mondo. E’ un’assurdità. Nessuno può vivere senza le radici qui sulla terra.
Il cespuglio con candore chiede agli alberi cosa sono le radici ed essi gli spiegano che sono quelle parti di loro che crescono sottoterra e non si vedono. Grazie ad esse stanno saldi e ben piantati nel suolo, non solo, ma attraverso le radici succhiano le sostanze necessarie per la loro crescita e per restare in vita.
Una quercia curiosona all’improvviso domanda allo straniero qual è il suo nome. Il cespuglio afferma di non avere un nome perché nessuno glielo ha mai dato. Gli alberi del bosco allora fanno a gara per trovarne uno adeguato . Ma con tutto l’impegno non ci riescono perché tutti i nomi scelti non si adattano alla personalità di quello straniero. Intanto le piante prendono le distanze da lui perché lo considerano un tipo strano ed è meglio starne alla larga.
Il cespuglio pensa tra sé con rammarico che per lui non è cambiato nulla perché anche sulla terra ha lo stesso trattamento che aveva nel giardino degli dei . Deluso nelle sue aspettative scoppia in un pianto dirompente. Copiose lacrime bagnano le sue verdi foglie. Ma il giorno dopo trova una bellissima sorpresa: tra le sue foglie ci sono tante perle lucenti. E’ stato il mago del freddo nella notte ad operare questa magia. La mattina seguente gli alberi quando si svegliano rimangono a bocca aperta perché davanti a loro c’è un bellissimo cespuglio da fare invidia a tutti.
Le piante si congratulano con lui per il nuovo look e gli chiedono amicizia. Egli si sente finalmente felice di essere apprezzato e cresce in lui l’autostima.
Un abete ad un tratto si fa avanti e gli offre ospitalità. Il piccolo cespuglio si commuove e ringrazia quella pianta buona e caritatevole che gli offre con generosità la sua linfa per permettergli di vivere in quanto lui non ha radici. L’abete invita il cespuglio a scegliersi un posto ed egli si colloca sulla sua cima così può guardare meglio il cielo e la vallata. Un giorno di Dicembre arrivano nel bosco un papà e il suo bambino e rimangono affascinati da quell’abete che ha sulla sua cima quel bellissimo cespuglio e così decidono di portarlo nella loro casa per abbellirlo a Natale con le palline, gli angioletti, le luci, i fili dorati ed argentati.
Il bambino ad un tratto toccando una pallina bianca del cespuglio esclama: – Accipicchia com’è appiccicosa!
Un larice all’improvviso si mette ad urlare : – Ecco ho trovato il nome giusto da dare al nostro amico cespuglio.
Tutti gli alberi in coro domandano: – Qual è?
Il larice con tono autorevole risponde: – Da oggi questo straniero si chiamerà vischio per le sue palline appiccicose.
Il vischio con il passare del tempo è diventata la pianta natalizia per eccellenza, simbolo di amore, di fortuna, di protezione e di abbondanza.