Storia del Mandarino
E’ primavera e tutti gli animaletti si sono svegliati dal lungo sonno. Una lucertolina si crogiola beata al sole tiepido. All’improvviso arrivano tre monelli e, vedendo quell’animaletto indifeso, decidono di catturarlo per giocarci e per tormentarlo un po’. La lucertola, capite le loro cattive intenzioni, scatta subito e cerca di infilarsi in una fessura di un muretto, ma non ci riesce perché quei birbantelli sono più svelti di lei a catturarla. Ella capisce che non può sfuggire ad una brutta sorte.
Eppure il giorno prometteva bene con quel bel sole!
I bambini, dopo averla catturata, mettono la lucertolina in una scatolina.
Alessio, rivolgendosi agli amici: – Perché non vediamo com’è fatta dentro, se è uguale a noi?
Marcello risponde: – No, è più divertente tagliarle la coda. Chissà come sarà buffa vederla correre!
Interviene Giuseppe dicendo : – Non è un giocattolo, ma un esserino, perché fargli del male? Giocarci va bene, ma farlo soffrire è una vera crudeltà. Io non ci sto.
La povera bestiolina, ascoltando queste cose, trema dalla paura. Con un filo di voce, supplica i bambini: – Non mi fate del male! Lasciatemi libera e io vi darò un tesoro.
I tre si guardano tra loro con spavento e si chiedono da dove provenga quella voce, lì intorno non c’è anima viva. La lucertolina, per tranquillizzarli, li invita a non avere paura perché quella voce che hanno udito è la sua.
Alessio chiede all’animaletto come faccia a conoscere ed a parlare il linguaggio degli umani.
Ella spiega a quei birichini perché ha il dono della parola. Incomincia col dire che tanti anni fa era una maghetta buona e carina e si chiamava Mandarina. Viveva felice in un bel paesino dove tutti si conoscevano e si volevano un gran bene. Se qualcuno le chiedeva aiuto, ella era ben disposta a darglielo. Per questo tutti nutrivano sentimenti di affetto e di stima per lei. Cosa che non provavano per la strega Limoncella, sua acerrima nemica, che si divertiva a fare dispetti e del male a tutti quelli che le capitavano a tiro. Un giorno, spinta dalla rabbia e dall’invidia che aveva nei confronti di Mandarina, la trasformò in una lucertolina.
Dopo questa rivelazione, i bambini non hanno più il coraggio di farle del male e così decidono di liberarla. Aprono la scatolina e, rivolgendosi alla lucertolina, le chiedono perdono per averla fatta soffrire.
Ella non ci pensa due volte a saltare fuori e mette nelle mani di ogni bambino un semino, dicendo loro che le promesse vanno sempre mantenute. Essi guardano quei semini con stupore e si chiedono cosa siano. Non certo un tesoro! La lucertolina assicura loro che capiranno quando avranno piantato quei semini e, così dicendo, scappa via. Alessio e Marcello buttano i semini a terra non comprendendo le parole della lucertolina. Arrivano degli uccellini e li mangiano. Giuseppe, invece, porta il suo semino a casa e lo interra nel suo orto. Ogni giorno lo annaffia e spera che qualcosa nasca da quel piccolo seme. Passa l’autunno, passa l’inverno e … non succede niente. Ma un giorno di primavera ecco che spunta una pianticella. Giuseppe è felicissimo e chiama i suoi cari per vedere quel miracolo che la natura ha operato. Il bambino cura quella piantina con amore e ogni giorno essa, nutrita da quell’affetto, cresce sempre di più. Dopo un anno, la piantina diventa un alberello e porta alcuni frutti che hanno forma rotonda, schiacciata un po’ai poli di un bel colore arancione che mette allegria. Giuseppe ne coglie uno e l’annusa. Ha un profumo delicato che si spande intorno. Lo sbuccia e vede che all’interno ci sono tanti spicchi che contengono semini uguali a quello che gli ha regalato la lucertolina. Ma la sua meraviglia è grande quando, assaggiando uno spicchio, si accorge che ha un sapore dolce e una polpa succosa. Un giorno Alessio e Marcello si recano da Giuseppe e, quando vedono nel suo orto quella piantina con quelle palline strane, gli chiedono cosa siano. L’amico dice loro che sono il tesoro della lucertolina. Da quel seme sono nati dei frutti nuovi e sconosciuti fino a quel momento, che Giuseppe chiama “mandarini” per onorare la maghetta Mandarina e per ricordarsi sempre del suo bellissimo dono. Gli amici, curiosi, chiedono a Giuseppe se possono assaggiare quei frutti. Egli gliene regala alcuni. E’ bello condividere con gli altri quello che si possiede. Alessio e Marcello si rammaricano di non avere avuto fiducia nella lucertolina, ma, grazie alla generosità di Giuseppe, potranno godere anche loro di quel tesoro.