Progetto Mestieri che Svolgevano le Mamme nel Passato
Quest’anno vogliamo fare conoscere ai bambini i lavori che svolgevano le mamme tanti anni fa e che oggi nella nostra società progredita e moderna non ci sono più.
OBIETTIVI
Conoscere i lavori svolti dalle mamme nel passato
Imitare i gesti che compiono le mamme nello svolgere il loro lavoro
Conversazioni libere e guidate sui mestieri femminili di un tempo
Capacità di ascoltare ed inventare storie sulla tematica trattata
Capacità di conoscere suoni, odori, rumori e colori dei mestieri svolti dalle mamme
Sviluppo della motricità fine
Rappresentare graficamente i vecchi mestieri delle mamme
Capacità di ordinare una storia seguendo una sequenza logica
MESTIERI FEMMINILI DEL PASSATO
Tanti sono i mestieri che svolgevano le mamme nel passato che oggi non ci sono più. Ne prendiamo in considerazione solo alcuni di essi:
SARTA
RICAMATRICE
FILATRICE
LAVANDAIA
FORNAIA
POESIE E FILASTROCCHE
LA MACCHINA PER CUCIRE
La macchina cuce ronzando
via, rapida, sempre di più.
La stoffa si ammucchia frusciando,
su e giù vola l’ago, su e giù.
Che bella impuntura perfetta!
Han fatto un grembiule in un’ora:
la macchina allegra che ha fretta
la mamma che canta e lavora.
( A. Lugli)
LA FILATRICE SCANSAFATICHE
Lunedì lo passai.
Martedì e mercoledì non ho filato.
Giovedì ho perso il fuso.
Venerdì lo ritrovai.
Il sabato mi pettinai la testa
poiché la domenica è di festa.
(filastrocca calabrese)
LA LAVANDAIA
Io sono lavandaia,
son bella e gaia.
Son forte e robusta
porto uno stretto busto.
Il viso liscio, rubicondo
bello e rotondo.
Ogni giorno con il caldo o il freddo
al fiume vado.
I panni sciacquo, risciacquo
nella chiara acqua.
Li strizzo e poi li poso
su un cespuglio di rose.
Profumo di pulito nell’aria.
(Nonna Tina)
PUNTO DOPO PUNTO
Oggi ho voglia di ricamare, scelgo i punti che so fare;
il punto Erba per creare un bel prato verde e su questo riposare.
Il punto Margherita per ricamare un mazzo di fiori da donare.
Il punto Vapore per creare leggero e con la fantasia volare via.
Il punto Nodini per formare i semini di un fiore.
Il punto Piatto per riempire un piccolo disegno a forma di cuore e farmi felice.
Il punto Croce per marcare, per siglare, ma anche per ricordare Nostro Signore e pregare.
(MariGiò)
UN RICAMO UN COLORE PER OGNI OCCASIONE
Trini bianchi e merletti,
pizzi per fazzoletti e cuscinetti
con ricami particolari per il matrimonio
un giorno speciale!
Piccoli ricami sul corredino
Scelgono il rosa e l’azzurro per l’arrivo di un bambino.
C’è un ricamo e un colore per ogni occasione,
anche per ricordare il giorno della Prima Comunione.
Di verde si tinge il ricamo per il fidanzamento
Con un fiocchetto che lega l’anello.
C’è anche il ricamo in argento o oro
Per immortalare l’anniversario
del tuo matrimonio.
Ed è pur vero che con il ricamo in
bianco o a colori
si possono ricordare le belle occasioni.
(MariGiò)
LA SARTA
Sono la maga
del filo e dell’ ago.
Mi sveglio al canto del gallo,
sulla stoffa disegno modelli .
Li taglio e poi li cucio alla perfezione,
per ogni cliente ho una particolare attenzione.
Sono molto creativa e me ne vanto
e tutti con le mie creazioni incanto.
( Nonna Tina)
LA SARTA
Che bel mestiere era fare la sarta
ne conoscevo una di nome Marta
cuciva i pantaloni
e ci metteva i bottoni
faceva sottane
e ci metteva le perle delle collane
un giorno comprò la stoffa d’oro
e ci fece un capolavoro!
(tratta da: Poesie e filastrocche Zittelleggi)
LA LAVANDAIA
Una carriola lenta cigolava
una vecchia curva lavandaia
limpida scorreva nel fosso
l’acqua e quell’odor di saponaria
e di sambuco antico e di menta
selvaggia verde e il colore poi
lì s’accompagnava di lenzuola
a nuovo splendor dallo splendor
del sole rinnovate e quel sorriso
lieto volto al cielo oggi raccolti
fissi nella memoria dei ricordi.
(Giuseppe Gianpaolo Cesarini)
IL PANE
Pane, panetto mio,
così buono ti volle Iddio.
Così dorato, così croccante,
sei uscito da mani sante.
Sei sbocciato come un fiore
dalla gioia e dal dolore,
dalla terra lavorata,
dal sudore che l’ha bagnata.
pane, panetto mio,
così buono ti volle Iddio.
(R. Pezzani)
LA FORNAIA
Sono una donna forte e robusta
raccolgo un fascetto di arbusti
per metterli nella bocca del forno
per cuocere i pani ogni giorno.
Dall’alba al tramonto lavoro con energia
e solo la sera stanca ritorno a casa mia.
E’ bello il mio lavoro
ed è prezioso più dell’oro.
Sono da tutti apprezzata e lodata,
mi sento, per questo, appagata.
(Nonna Tina)
INDOVINELLI
Taglio, cucio
vestiti, pantaloni e giacchette.
Faccio tutto con arte
io sono la … ( sarta) (Nonna Tina)
…………………………………………………………..
Lavo i panni nel fiume
o nel lavatoio della piazza.
Il mio lavoro è proprio duro,
ma a me non fa paura.
Sto sempre all’aria
io sono la … (lavandaia) (Nonna Tina)
………………………………………………………
Filo filo tutto il giorno
con la rocca ed il fuso.
Faccio matasse di filo di lana e cotone.
Sono una faticatrice
io sono la … (filatrice) (Nonna Tina)
………………………………………………………………….
In invero sferruzzo accanto al fuoco no
mentre in estate davanti la soglia di casa.
Realizzo maglioni e magliette,
cappelli e guantini
per grandi e piccini.
Calzini tante paia
io sono la … (magliaia) (Nonna Tina)
………………………………………………………………
Ricamo lenzuola, tovaglie ed asciugamani.
Vestiti e magliette, bavette e cappellini.
Del mio lavoro sono un’amatrice
sono la … (ricamatrice) (Nonna Tina)
………………………………………………………….
Tutto il giorno alla bocca del forno.
Sforno pane, taralli e pizzette.
Non mi stanco mai
io sono la … (fornaia)
LA SARTA
Tanti anni fa non c’erano le confezioni industriali in serie degli abiti come ai nostri giorni, ma chi aveva bisogno di un vestito si recava dalla sarta. La sarta aveva una grande importanza nella vita del paese perché con il suo mestiere artigianale creava vestiti su misura e seguiva l’intera fase del processo di realizzazione del capo di abbigliamento, così accontentando tutti i clienti. Ella era una persona di fiducia, sensibile, gentile, sempre a disposizione, capace di cogliere i desideri e i gusti di ognuno. La sarta dava consigli sui modelli più consoni alla propria figura e sui tessuti più adatti al modello scelto.
Questo mestiere richiedeva alcuni requisiti:
esperienza sul campo
gusto estetico
sensibilità
abilità manuale
attenzione al mutare dei gusti e delle mode
curiosità e disponibilità al nuovo
cura, gentilezza e rispetto per il cliente
Anticamente le suore organizzavano corsi di taglio e cucito per le ragazze. Molte giovani apprendevano il mestiere di sarta dalla mamma, dalla nonna o frequentando come apprendista una sarta.
La sarta non solo cuciva i vestiti alle donne , ai bambini, alle ragazze e agli uomini, ma riparava, adattava e modificava vestiti già pronti. Realizzava tende, tovaglie, asole. Applicava zip, bottoni e decorazioni come strass e ricami.
LUOGO DI LAVORO
Casa
Sartoria
ATTREZZI USATI
Metro
Carta modello
Manichino
Gessetto
Aghi di diversa misura
Forbici
Ditale
Squadra
Ferro da stiro
Macchina da cucire
Spillini
RICAMATRICE
La donna da sempre è stata la protagonista dell’arte del ricamo. Le ragazze apprendevano questa arte dalla mamma o dalle “mastre” del paese che possedevano particolare predisposizione all’insegnamento di tale mestiere.Verso la fine dell’ 800 Istituti Religiosi ospitavano ragazze che avviavano all’arte del ricamo.
Le ricamatrici erano molto richieste per ricamare il corredo delle ragazze da marito che comprendeva lenzuola, biancheria intima, tovaglie, asciugamani, ecc…. Esse ricamavano anche il corredino dei neonati.
Le qualità richieste:
esperienza sul campo
fantasia
abilità manuale
attenzione
impegno
LUOGO DI LAVORO
Casa
ATTREZZI UTILIZZATI
Aghi
Cotone bianco e colorato
Forbicette
Ditale
Telaio tondo
Tombolo
LA LAVANDAIA
Anticamente mancava l’acqua in casa e le donne dovevano lavare i panni nei lavatoi pubblici o nei fiumi o ruscelli. Alcune donne vedove o sole per guadagnare qualcosa e poter vivere e altre sposate, per arrotondare il magro salario del marito decidevano di fare le lavandaie. Esse lavavano i panni delle famiglie benestanti o di quelle persone che per motivi di salute non potevano svolgere questo lavoro così pesante. Quello della lavandaia era un lavoro molto faticoso e duro. Le qualità richieste erano : buono stato di salute, forza, resistenza fisica e braccia muscolose. Esse dovevano stare inginocchiate su una tavoletta di legno o su un panno di stoffa, protese in avanti, verso l’acqua del fiume per insaponare, sciacquare, sbattere e strizzare i panni. Quando il tempo era bello le lavandaie svolgevano il loro lavoro all’aria aperta sulle rive del fiume o del torrente. Se il tempo era cattivo allora esse svolgevano il loro lavoro nei lavatoi pubblici che erano coperti o presso le abitazioni dei clienti.
Le lavandaie, con il passare del tempo, soffrivano di una infiammazione al ginocchio dato che stavano sempre inginocchiate quando svolgevano il loro lavoro. Questa malattia fu denomina ” il ginocchio della lavandaia”.
LE LAVANDAIE COME LAVAVANO I PANNI?
In quei tempi non c’erano sicuramente i detersivi che ci sono oggi nelle nostre case, ma le lavandaie usavano prodotti naturali come il sapone fatto da loro stesse in casa e la cenere del focolare. Quest’ultima toglieva le macchie dei panni e dava loro un buon profumo.
Prima di tutto le lavandaie mettevano i panni a strati in un mastello che aveva un buco sotto in basso, chiuso da un tappo e lo ricoprivano con un telo detto “Cendrator”, pieno di cenere presa dal focolare. Successivamente bollivano l’acqua nel paiolo e la versavano nel mastello. L’acqua bollente e la cenere filtrate attraverso il ” cendrator” generavano il ranno che per i principi attivi della cenere, sbiancava i panni. I panni si lasciavano in ammollo per qualche ora o per tutta la notte. Dopo di che si toglieva il tappo sottostante al mastello e si faceva uscire il liquido viscoso, giallognolo, torbido che si era formato. Questo liquido si utilizzava per lavare i pavimenti o per pulire gli utensili in rame che diventavano lucenti.
LUOGO DI LAVORO
Fiume
Ruscello
Lavatoio pubblico
Abitazione dei clienti
ATTREZZI UTILIZZATI
Ceste capienti per deporre la biancheria sporca
Mastelli
Spazzole
Sapone fatto in casa
Cenere del focolare
Mollette in legno per stendere i panni
LA FILATRICE
Nei tempi antichi non esistevano filati di cotone e di lana già pronti come oggi, ma c’erano delle donne, le filatrici che li realizzavano con le loro mani. Fino alla seconda Guerra Mondiale erano le nonne e le giovani donne che producevano il filato necessario per realizzare gli indumenti necessari alla famiglia. Esse prima di tutto compravano la lana grezza direttamente dal pastore quando tosava le pecore, la lavavano tante volte e poi la stendevano al sole per farla asciugare o sul pavimento del balcone della loro casa o su una terrazza. Le filatrici successivamente allargavano la lana e solo quando era diventata soffice e gonfia la lavoravano con il fuso. Il cotone lo compravano dal contadino che lo coltivava. Esso si allargava e si puliva dai semini.
IN CHE CONSISTEVA IL LAVORO DELLA FILATRICE?
La filatrice prendeva la lana soffice e gonfia e la collocava nella conocchia o rocca, per averla a portata di mano. Essa era una specie di bastone di legno con una gabbietta posizionata in alto, ad una estremità del fuso. Il fuso era un bastoncino di legno che al centro aveva un cerchio. Lo si faceva girare fino ad ottenere un filo sottile e compatto. Il filo si avvolgeva intorno al fuso e quando diventava molto veniva arrotolato intorno ad un rocchetto. Si formavano con esso delle matasse e poi dei gomitoli.
LUOGO DI LAVORO
Casa
Stalla
ATTREZZI UTILIZZATI
Fuso
Conocchia
Rocchetto
FORNAIA
Il mestiere della fornaia era molto faticoso e poco remunerativo. Essa veniva ricompensata con pochi spiccioli e pane fresco ogni giorno. Cuocere e preparare il pane era una vera arte. Un tempo erano le donne a preparare il pane in casa, ma siccome solo le persone benestanti possedevano un forno, le altre ricorrevano ai forni pubblici dove le fornaie avevano il compito di infornare il pane o anche quello di prepararlo. La sera prima si doveva impastare la farina con acqua e lievito naturale, ( crescenza) che faceva aumentare l’impasto ottenuto moltissimo in 2 ore circa. Ci voleva olio di gomito per impastarlo bene. Dopo di che si collocava in una madia e si copriva e si teneva al caldo. Era necessaria tutta la notte per lievitare. La mattina presto si rimpastava e si mettevano sull’impasto una tovaglia bianca e su questa panni di lana. Quando era ben lievitato l’impasto si tagliava a pezzi e si realizzavano tante pagnotte, focacce e pizze. Si portava il tutto al forno su tavole di legno all’ora stabilita dalla fornaia. Infatti bisognava prenotarsi con anticipo dato che le richieste erano tantissime. La fornaia la mattina presto accendeva il forno con fascine di rametti di ulivo o di ginestra e quando era pronto con uno scopone dove erano attaccati rami di alloro puliva il fondo del forno dalle ceneri per poggiare poi sul pulito il pane. Con una pala dal lungo manico depositava sul fondo del forno i pani. Chiudeva poi lo sportello del forno. La fornaia continuamente con la pala spostava, avvicinava, allontanava i vari pezzi perché non tutti avevano la stessa cottura. Prima ella infornava le focacce, poi le pizze ed infine il pane che aveva un buon odore. Era croccante e dorato.
Il forno aveva una pianta circolare con volta a cupola ribassata con fondo in pietra.
QUALITA’ RICHIESTE:
Conoscere le caratteristiche termiche del forno
Conoscere i tempi della cottura degli impasti
Costanza ed energia
LUOGO DI LAVORO
FORNO
ATTREZZI UTILIZZATI
Tavoli di legno
Cisterna di acqua
Madie
Forconi
Palette da lunghi manici
Scoponi
Ceste
Coltelli
Sacchi di farina
GIOCHI
ATTIVITA’ COSTRUTTIVE E MANIPOLATIVE
REALIZZIAMO CON IL DAS O LA PASTA DI SALE I VARI MESTIERI FEMMINILI
Facciamo osservare ai bambini delle immagini o dei quadri che raffigurino i mestieri svolti un tempo dalle mamme e poi invitiamoli a realizzarli in modo personale e creativo.
QUADRETTI RAFFIGURANTI I MESTIERI DELLE MAMME
Disegniamo e coloriamo su un foglio bianco una sarta. Dopo averla ritagliata la incolliamo al centro di un cartoncino colorato. Intorno alla figura collochiamo gli oggetti che ella usa nello svolgere il suo lavoro ( filo – ago – spagnoletta – ditale – gesso- spillini- forbici – ecc …). I bambini potranno colorare e disegnare gli oggetti oppure trovarli su riviste. In questo modo possiamo realizzare altri quadretti con altre figure.
REGALINO PER LA FESTA DELLA MAMMA
Con il das i bambini realizzeranno una mamma che tiene nelle sue braccia un neonato. Ognuno di essi potrà prendere a modello la propria madre. Si può accompagnare il dono con un bigliettino di auguri realizzato dai bambini stessi con la poesia memorizzata.
La foto del forno antico presente su questa pagina è stata presa dal sito ufficiale di Aringo di Montereale (AQ) alla pagina Antichi Mestieri
https://www.aringo.eu/curiosita/antichi-mestieri/
Chiediamo di citare almeno la fonte come previsto dalla Licenza Creative Commons ver. 4.0 adottata dal nostro sito e consultabile all’indirizzo: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
che prevede al primo punto: “Attribuzione — Devi riconoscere una menzione di paternità adeguata… Puoi fare ciò in qualsiasi maniera ragionevole possibile, ma non con modalità tali da suggerire che il licenziante avalli te o il tuo utilizzo del materiale”.
In poche parole, sono permessi l’utilizzo, la distribuzione e la riproduzione anche parziale del materiale contenuto nel sito web “indicando sempre la fonte”.
Grazie
Grazie per la segnalazione… ho aggiunto la fonte alla didascalia della foto. Buona serata