Le Paure di Leonardo
Nella scuola dell’infanzia di Collegioioso fervono i preparativi per festeggiare i bambini grandi che l’anno prossimo si avvieranno verso la scuola primaria. Da qualche tempo si provano i canti, i balletti e si ripetono le parti della recita. Tutti i bambini sono entusiasti e cercano di impegnarsi al massimo per dare il meglio di loro. Essi non vogliono fare brutta figura con i genitori, i fratellini, i nonni ed il dirigente scolastico. Solo Leonardo, un bambino che è tanto amato dai suoi compagni per la sua esuberanza, per l’allegria e affettuosità se ne sta tutto triste e solo in un angolo del salone dove si fanno le prove. Si rifiuta di ripetere la sua parte e di cantare insieme ai compagni. Qualcosa non va di certo, perché lui di solito, è il primo ad apprendere le cose ed a partecipare a tutte le attività con impegno, coinvolgendo gli altri. Prima di tutti sono i suoi genitori ad accorgersi che qualcosa turba il loro bambino perché da qualche tempo non ride più ed è taciturno. Se qualcuno poi fa cenno al fatto che è ormai un ometto e l’anno prossimo dovrà andare alla scuola primaria subito egli si rabbuia. Essi non riescono a capire questo suo cambiamento. La mamma cerca di indagare per saperne di più.
- Leonardo, come mai sei così triste? Forse hai bisticciato con qualche amichetto?
Il bambino risponde di no, muovendo la testa. La mamma continua.
- Hai combinato allora qualche guaio a scuola e le maestre ti hanno rimproverato?
Leonardo si arrabbia ed urla:
- Mamma basta con tutte queste domande, sembri un poliziotto. Non è successo nulla a scuola e non ho bisticciato con nessuno. Hai capitooooo?
- Allora cos’hai? Non ti senti bene?
- Uffa! Come te lo devo dire che non ho nulla?
La mamma cerca di rabbonirlo e la mattina seguente si reca a scuola per parlare con le maestre. Ella spera in cuor suo che esse possano conoscere la causa dell’avvenuto cambiamento del figlio, ma le maestre sono all’oscuro di tutto.
Esse, infatti, dopo essere state interpellate, si affrettano a dire alla mamma di Leonardo che loro hanno solo notato, da alcuni giorni, che il bambino si comporta in modo strano, si rifiuta di giocare con i compagni, si isola da tutti e ha sempre la testa fra le nuvole. Pensando che fosse qualcosa di passeggero legata a qualche problematica familiare non hanno dato peso alcuno alla cosa.
Le maestre dopo avere rassicurato la mamma di Leonardo le promettono che faranno di tutto per scoprire la causa del visibile malessere del suo bambino.
Proprio quel giorno, la maestra Rita ,ascolta una conversazione che si svolge, nel giardino della scuola, tra Leonardo ed il suo amico del cuore Luca. L’amico chiede a Leonardo se all’uscita dalla scuola egli vuole andare a casa sua a giocare con lui, ma egli gli risponde con un secco no.
- Perché non vuoi venire a casa mia? Se vieni ripetiamo anche la poesia che dovremo recitare alle nostre maestre per ringraziarle delle cure e dell’amore che ci hanno dato in questi tre lunghi anni.
Ti ricordi com’eravamo piccoli quando siamo venuti in questa scuola? Non riuscivamo ad esprimerci e a comunicare perché conoscevamo solo poche parole. Non sapevamo muoverci con disinvoltura perché eravamo incerti ed impacciati nei movimenti. Ora, invece, siamo diventati grandi e conosciamo tante parole e abbiamo appreso tantissime cose.
- Basta, Luca! Non voglio sentire queste cose.
- Ma perché ? Non ti capisco! Sono ricordi belli.
- Si sono belli per questo io non voglio lasciare questa scuola e nemmeno le maestre. Soffro troppo al pensiero che dovrò andare in quell’altra scuola.
- – Tu mio caro sei proprio matto! Tutti dopo la scuola dell’infanzia vanno alla scuola primaria. I miei fratelli e i miei cugini ci sono già andati. Sostiene Luca.
- A proposito di cugini lo sai Luca che mia cugina Lucrezia tempo fa mi ha detto che la scuola primaria è una vera scuola perché lì non si gioca più, ma si studia e le maestre sono molto severe e puniscono i bambini che non si impegnano a dovere. E… io non ci voglio andare. A settembre dopo le vacanze ritornerò qui, in questa scuola.
La maestra Rita finalmente ha capito cosa affligge Leonardo. Egli ha una visione sbagliata della scuola primaria e pensa che sarà dura, senza più giochi e carezze , ma solo compiti da svolgere. La maestra Rita, dopo alcuni giorni, domanda a tutti i suoi bambini se l’indomani vogliono andare con lei alla scuola primaria a conoscere le insegnanti e a salutare i loro fratellini, le loro sorelle, i loro cugini ed i loro amici. Tutti accolgono la proposta con vera gioia all’infuori di Leonardo che si mette a gridare e a piangere battendo i piedi a terra.
- Io non ci voglio venire in quella brutta scuola! Voglio starmene qui! Afferma con forza Leonardo.
La maestra lo rincuora e coccolandolo gli dice dolcemente che la scuola primaria non è affatto come egli pensa e come gliel’ ha presentata sua cugina. E’ un luogo bello dove si apprendono cose nuove e si continua a crescere .
Leonardo allora dopo le rassicurazioni della maestra Rita decide di unirsi ai suoi compagni per andare a vedere con i suoi occhi se quella scuola è come la scuola dell’infanzia. La notte non riesce a dormire tanto è agitato. La mattina seguente quando con i compagni e la maestra entra nell’edificio della scuola primaria Leonardo rimane stupito nel trovare un ambiente rassicurante ed accogliente. Nelle aule ci sono tanti disegni, cartelloni colorati e anche fiori variopinti. Le maestre accolgono la scolaresca con un sorriso e tanta affabilità. Si cerca di fare amicizia e una maestra propone di fare un bel gioco con i bambini che frequentano la prima classe. Dopo di che si fa merenda tutti insieme ed il tempo scorre veloce. Leonardo si deve ricredere, quella nuova scuola non è poi tanto male e brutta come pensava. Le maestre non sono streghe che puniscono i bambini e poi si continua a giocare anche se in modo diverso. Le sue paure dopo questa visita sono scomparse, la gioia, l’allegria e l’entusiasmo sono ritornati nella sua piccola vita. Ora aspetta con ansia l’arrivo di settembre per frequentare la scuola primaria e apprendere tante cose nuove che lo faranno maturare e crescere ancora di più. Certamente non dimenticherà mai le maestre della scuola dell’infanzia che gli hanno dato tanto. Esse avranno sempre un posticino nel suo cuore. Leonardo ha capito che non bisogna mai prendere per oro colato quello che ci viene detto, se prima non si verifica di persona. I giudizi sono soggettivi e quello che è brutto per uno non è detto che lo sia per gli altri.