La Storia del Pungitopo

On 25 novembre 2020 by Nonna Tina

Siamo in pieno inverno e una tormenta infuria, scuotendo i poveri alberi spogli e scheletriti.

La gente se ne sta in casa al calduccio perché il freddo è intenso e le strade sono tutte coperte di neve e di ghiaccio.

Un topolino in mezzo alla campagna trema e batte i suoi dentini. Egli, sorpreso dalla tormenta, non è riuscito a raggiungere in tempo il suo rifugio. Si sente perduto e non sa come fare per non morire assiderato. All’improvviso, tra l’ammasso di neve, nota in lontananza un arbusto verde. Il topino si sente in salvo e corre in quella direzione. Prima di rifugiarsi tra i rami di quella pianta la saluta e poi le chiede ospitalità. Il cespuglio gli dice che non ha nulla in contrario ad accoglierlo, ma è giusto che egli sappia subito che le sue foglie sono spinose per proteggersi dagli attacchi dei ruminanti.


-Se vuoi accomodati pure tra i miei rami! Io ho fatto il mio dovere ad avvisarti del pericolo a cui stai andando incontro. Sottolinea la pianta.
Il topolino ci pensa un po’, ma, non avendo alternative per sopravvivere alla tormenta, si infila con cautela tra i rami dell’arbusto.

Pensa tra sé :- Meglio qualche puntura che morire stecchito tra la neve!
Ad un tratto si alza un vento gelido impetuoso ed il topino per non essere trasportato via nel suo vortice si aggrappa con forza con le sue zampette ad una foglia dell’arbusto dimenticando le spine.
Ahi! Ahi! Che dolore. Urla il povero topino.
Le spine lo pungono e piccole gocce del suo sangue si posano tra i rami della pianta. La notte freddissima gela quelle gocce e le trasforma in rosse palline di ghiaccio. Al chiarore della luna esse brillano come rubini. L’arbusto con quelle palline rosse sembra veramente bello ed elegante. Ringrazia il topolino di avergli fatto quel dono bellissimo. La pianta, però, ha paura di perdere quelle palline una volta che l’aria si riscaldi ed il gelo scompaia. Ella allora si rivolge alla regina delle piante e le chiede di lasciarle quelle meravigliose palline per sempre. Ella esaudisce il suo desiderio e, toccandola con la sua bacchetta magica, declama solennemente:
-Io voglio premiarti perché sei stata generosa, buona e sincera con il topino e meriti un bel regalo per il Natale ormai vicino. D’ora in poi avrai anche tu, come tutti gli alberi, fiori e frutti e non solo foglie spinose.

Per ricordare a tutti che i tuoi frutti rossi sono nati dal sangue del topolino sarai chiamata col nome di Pungitopo. La pianta commossa, ringrazia ripetutamente la regina buona mentre scompare alla sua vista. Il pungitopo pensa tra sé che è meglio a questo mondo fare il bene perché dal bene nasce sempre altro bene.
La piantina, ammirandosi, rimane stupita per la bellezza acquistata con quelle bacche rosse che l’adornano. A Natale la sua felicità è grande e completa quando alcune persone portano alcuni suoi rametti nelle loro case per abbellirle. Da quel giorno ella diventa, quindi, una pianta ornamentale natalizia che ognuno vuole avere nella propria casa perché porta fortuna ed è beneaugurante.

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