La Melagrana
Tanti e tanti anni fa nella lontana e misteriosa terra dei samurai, viveva in un sontuoso palazzo Yala, una principessina bellissima con grandi occhi a mandorla e dei capelli nerissimi e lucenti come la seta. Era una bambina intelligente, vivace, curiosa e desiderosa di conoscere il mondo. Ella, infatti, poneva mille domande non solo ai suoi genitori, ai dignitari di corte, ma soprattutto ai suoi maestri che, a volte, restavano confusi in quanto non sapevano risponderle adeguatamente. L’Imperatore, suo padre, stravedeva per lei essendo l’unica figlia che il dio Buddha gli aveva dato, per questo le concedeva tutto quello che desiderava. Passarono gli anni e la principessina crebbe e diventò una fanciulla stupenda e affascinante, piena di virtù, di eleganza nei modi e di buoni sentimenti. Tanti giovani principi e nobili desideravano fare breccia nel cuore di Yala, ma inutilmente perché ella era segretamente innamorata di Yaran, il cuoco di corte. Un giovane bello come il sole, gentile ed educato. Si struggeva d’amore per lui pensando che non fosse ricambiata, ma un bel giorno Yaran si dichiarò apertamente. Figuratevi la gioia della ragazza! I due giovani tennero segreto il loro amore perché erano sicuri che l’Imperatore li avrebbe contrastati.
Sua Maestà, però, un giorno scoprì il loro segreto, perché un suo fedelissimo ministro lo informò della cosa. Egli si infuriò tantissimo e minacciò la ragazza di rinchiuderla in un convento se non avesse lasciato immediatamente quel cialtrone che si era permesso di alzare gli occhi sul fiore più bello dell’impero giapponese. Il padre allora chiamò le guardie e ordinò loro di arrestare il manigoldo e di chiuderlo in prigione. Yaran, avvisato per tempo da un amico, scappò nel bosco e si nascose lì dove conosceva un posto sicuro. La principessa non si dava pace quando seppe che suo padre aveva inviato alcune guardie a cercare il giovane per arrestarlo. Ella, aiutata dalla sua balia, riuscì a fuggire dalla sua stanza che era sorvegliata da alcune guardie e raggiunse in tutta fretta il bosco per cercare Yaran e scappare insieme a lui in un paese lontanissimo. Non trovandolo si rifugiò dalla sua madrina: la Fata delle quattro terre.
L’Imperatore quando fu informato della fuga della principessa pensò che i due giovani si fossero messi d’accordo. Accecato dall’ira ordinò all’esercito di cercare i due fuggitivi. I soldati li cercarono ovunque, senza successo. I due giovani sembravano svaniti nel nulla. Allora il padre di Yala chiamò a corte tutti i maghi del suo impero e disse loro: – Voglio vedere chi è tra voi il più bravo ed il più potente. Chi riuscirà a scoprire il luogo dove si trova mia figlia riceverà una grossa ricompensa e sarà nominato mago di corte.
I maghi allora si diedero subito da fare. Chi interrogò le stelle, chi il mare, chi le sfere di cristallo, chi le carte, chi gli uccelli del cielo e chi le voci dell’universo.
Dopo alcuni mesi finalmente mago Cumù riuscì a scoprire il luogo dove viveva la principessa e subito si recò dal re per informarlo. Dopo essersi inchinato fino a terra si rivolse all’imperatore con tanta enfasi:
– Maestà so con certezza dove si trova vostra figlia, ma non è facile raggiungerla perché vive in un luogo lontanissimo da qui ed impervio.
– Basta, falla finita e dimmi in due parole dove è questo posto. Guai a te se mi indichi il luogo sbagliato. La tua testa rotolerà a terra.
– Sire, la principessina vive con la sua madrina, la Fata delle quattro terre, in un castello inespugnabile, difeso da arcieri ed animali feroci, affermò il mago.
L’Imperatore allora inviò i suoi banditori in ogni angolo del regno per diffondere la notizia che la principessa era scomparsa e chi la ritrovava otteneva come ricompensa un sacco di monete d’oro.
Tanti giovani coraggiosi partirono alla ricerca di Yala, però molti ritornarono indietro viste le difficoltà dell’impresa. Yaran, saputo il luogo dove si trovava la sua bella, uscì dal suo nascondiglio per raggiungerla. Dopo tante peripezie arrivò vicino al castello della Fata delle quattro terre. Il castello era grandissimo e imponente, ma a prima vista sembrava impenetrabile. Era circondato da un profondo fossato dove c’ erano tanti coccodrilli affamati con la bocca spalancata, pronti ad addentare i malcapitati.
Davanti al portone d’ingresso erano collocati tantissimi serpenti velenosissimi che impedivano a chiunque di avvicinarsi. Sui merli del castello erano posizionati degli arcieri con frecce avvelenate. Yaran era proprio disperato, perché era impossibile entrare nel castello. Si sedette allora su un grosso sasso e scoppiò a piangere.
Pensò e ripensò senza trovare una soluzione quindi decise di ritornare nel bosco. All’improvviso sentì una fievole voce:
– Ti arrendi così facilmente?
Il giovane si guardò intorno impaurito, ma non vide nessuno.
La voce continuò:- Non sei affatto coraggioso come pensavo se butti già la spugna.
Yaran volse lo sguardo in alto, in basso, di lato, ma non vide anima viva, in un primo momento. Guardando poi meglio notò vicino ai suoi piedi una simpatica tartarughina. Il giovane si abbassò, la prese in braccio e l’accarezzò. La bestiolina davanti a quel gesto gentile si emozionò.
– Non dirmi che sei stata tu a parlare, perché non ci crederò mai, disse il giovane.
Le tartarughe da quando è nato il mondo non hanno mai parlato.
– Giovane poco audace, ti sbagli perché sono stata proprio io a parlare. Non ti devi meravigliare se parlo la tua lingua, perché sono una tartaruga speciale, diversa dalle mie sorelle.
Moltissimi anni fa una fata buona mi ha dato il dono della parola per avere ritrovato un suo anello preziosissimo, al quale era legata particolarmente in quanto le era stato regalato dal suo papà il giorno del suo diciottesimo compleanno. Non ti devi scoraggiare, perché si può trovare sempre una via d’uscita in ogni situazione .
– Ma cosa dici carina? Una via d’uscita? Avvicinarsi al castello come puoi constatare tu stessa è impossibile.
– Se hai fiducia in te stesso tutto puoi fare, affermò la tartarughina. Ora ascoltami bene. Per superare i coccodrilli
basta buttare nel fossato dei pesci. Essi intenti a mangiarli non ti noteranno.
Per superare l’altro ostacolo ci vogliono dei ricci.
– Ricci? Ma dove li trovo?
– Aspetta e vedrai. La tartaruga fischiò e subito arrivarono tantissimi ricci.
Devi sapere mio bel giovane che i nemici dei serpenti sono proprio loro, questi animaletti con gli aculei. Quando i serpenti li mangiano in un boccone rimangono soffocati. Affermò la bestiolina.
– Per liberarmi degli arcieri cosa debbo fare saggia tartarughina?
– E’ semplice, ora vedrai.
La tartaruga così dicendo chiamò l’ amica nebbia che in men che non si dica avvolse il castello con un velo bianco. Gli arcieri così non vedevano più nulla.
Il giovane ringraziò la gentile tartarughina e seguendo i suoi consigli riuscì a superare gli ostacoli e ad arrivare al castello. Entrò all’interno attraverso una finestra aperta. Guardò in ogni stanza e finalmente trovò la sua amata in un grande salone, seduta accanto al camino. La principessa rimase incredula quando si trovò davanti il suo Yaran. La Fata delle quattro terre vedendo i due giovani così innamorati non poté fare altro che aiutarli. Chiamò al castello un frate che li unì in matrimonio. Essi vissero lì per qualche tempo felici e sereni. Un giorno, però, la madrina si allontanò dal castello per far visita a una sua amica. Approfittò del momento propizio l’esercito imperiale, appostato da tempo nei pressi del maniero ed ebbe gioco facile a catturare i due giovani ed a condurli dal re. L’Imperatore non degnò nemmeno di uno sguardo la figlia, anzi ordinò alle guardie di condurre i due fuggitivi immediatamente nelle segrete del castello. Dopo qualche giorno essi vennero condotti nel giardino reale per essere decapitati. Quando il boia stava per uccidere Yaran, ecco che arrivò la Fata delle quattro terre, lo toccò con la sua bacchetta magica e lo trasformò in un albero giovane con foglie di un verde splendente. Yala all’improvviso salì sull’albero ed abbracciandolo pianse disperatamente tutte le sue lacrime. La principessa pregò la madrina di lasciarla morire perché non poteva più vivere senza il suo sposo. La fata, invece, la trasformò in un fiore rosso che pose tra i rami dell’albero. Yala e Yaran così erano uniti per sempre e nessuno poteva più dividerli. Un bel giorno l’Imperatore vide che il fiore si era trasformato in una sfera rossa e lucente. Egli si avvicinò, l’accarezzò e la baciò. La sfera a quel punto si commosse e si aprì. Dentro di essa c’ erano tanti chicchi rossi- vermigli che brillavano come rubini. Essi erano le lacrime che aveva versato la principessa per il suo amato. Il papà guardò con commozione la figlia, trasformata per amore in un frutto: la melagrana per stare insieme al suo Yaran. Egli capì che davanti ad un vero e grande amore non si può nulla. L’Imperatore dopo quel triste avvenimento prese l’abitudine di scendere ogni giorno nel giardino reale per contemplare quell’albero e quel frutto ai quali aveva fatto tanto male e continuamente chiedeva loro perdono.