La Gola della Balena

On 23 luglio 2017 by Nonna Tina

Una volta c’era nel mare una balena che mangiava i pesci; tutti i pesci che incontrava, senza nessuna distinzione.

balena

Mangiava il carpione e lo storione, il nasello e il pesce martello, il branzino e il delfino, i calamaretti e i gamberetti, la triglia e la conchiglia, persino la flessuosa anguilla con sua figlia e tutta la famiglia.

Tutti i pesci che riusciva a trovare essa li divorava con la sua enorme bocca … così!

E mangia, mangia, mangia, arrivò il giorno in cui nel mare non era rimasto più nulla. O meglio, era rimasto solo un pesciolino, un pesciolino pieno di astuzia che nuotava sempre dietro l’orecchio destro della balena per tenersi prudentemente fuori di tiro da quella boccaccia enorme.

Una volta, però, la balena si drizzò sulla coda all’improvviso; tanto all’improvviso che il pesciolino non fece in tempo a nascondersi dietro il suo orecchio destro e la balena lo vide.

Allora disse:

  • Ho fame.

E il pesciolino pieno di astuzia domandò con una vocetta parimenti piena d’astuzia:

  • Nobile e generoso cetaceo, hai mai mangiato l’uomo?  
  • No – rispose la balena. – Com’è?
  • – Squisito! – disse il pesciolino pieno d’astuzia – squisito, ma nodoso.
  • La balena sbattè vigorosamente con la coda l’acqua del mare facendola spumeggiare tutt’intorno ed ordinò:
  • Portamene un paio.
  • Mia padrona, uno per volta è più che sufficiente – disse il pesciolino pieno d’astuzia. –

Nuota fino al cinquantesimo grado di latitudine nord e al quarantesimo di longitudine ovest e lì troverai, seduto su una zattera, un marinaio. La sua nave è naufragata ed egli è lì senza nulla addosso eccetto un paio di calzoni di tela azzurra, un paio di bretelle (non dimenticate le bretelle, amici miei), e un coltellino tascabile.

La balena schioccò la lingua.

  • Però ricorda – soggiunse il pesciolino – che egli è un uomo d’infinite risorse e pieno di ingegno.
  • E’ un uomo, ed io ho fame.
  • Sì, sì – disse il pesciolino pieno d’astuzia. – Io t’ho voluto avvertire, però.

Ma la balena  già nuotava verso il grado cinquantesimo di latitudine nord e il quarantesimo di longitudine ovest.

Nuotò, nuotò e nuotò.

E su una zattera, in mezzo al mare, con nulla indosso eccetto un paio di calzoni di tela azzurra, un paio di bretelle (ricordatevi sempre delle bretelle, amici miei), e un coltellino tascabile, essa vide un unico e solitario marinaio naufragato, coi piedi penzoloni nell’acqua.

(Non vi preoccupate di lui, amici miei. Egli aveva avuto il permesso di sguazzare nell’acqua da sua madre, altrimenti non l’avrebbe mai fatto, perché era un uomo d’infinite risorse e pieno d’ingegno).

Allora la balena aprì la bocca e la spalancò tanto che quasi quasi le arrivava alla coda, e con un  solo boccone inghiottì il marinaio con tutta la zattera su cui sedeva, col suo paio di calzoni di tela azzurra, le bretelle (che non dovete dimenticare) e il coltello da tasca.

In men che non si dica tutto era scomparso nel suo capace stomaco; allora si leccò le labbra … così,  e fece tre capriole sulla coda per la contentezza.

Il pesciolino pieno d’astuzia, sorrise ed aspettò (sempre nascosto dietro l’orecchio destro della balena).

Infatti, non appena il marinaio si trovò in quella credenza calda e buia, che era lo stomaco della balena, cominciò a saltare, a battere, a picchiare, a morsicare, a strepitare, a grattare, a passeggiare, a pestare, a punzecchiare, tanto che la balena cominciò a sentirsi male.

Però tenne duro ancora; ma quando il marinaio si mise a ballare (ed eran certi balli alla marinara da uccidere non una, ma cento balene) il grosso cetaceo non ne poté più e mormorò al pesciolino pieno d’astuzia:

  • Quest’uomo è molto indigesto e mi fa venire il singhiozzo. Cosa debbo fare?
  • Digli di uscire – rispose il pesciolino pieno d’astuzia.

Subito la balena gridò dal fondo della gola al marinaio naufragato:

  • Vieni fuori e cerca di comportarti educatamente. Col tuo continuo muoverti mi hai fatto venire il singhiozzo.
  • Neppur per sogno! – Rispose il marinaio che era un uomo d’infinite risorse e pieno d’ingegno. – Uscirò fuori soltanto quando mi avrai portato ben lontano da qui. Portami alla mia spiaggia natale, alle bianche scogliere di Albione, ed allora ti obbedirò.

E riprese a ballare più forte che mai.

  • Faresti meglio a portarlo a casa sua – disse il pesciolino pieno d’astuzia. – Se ben ricordi, io ti avevo avvertito che era un uomo d’infinite risorse e pieno d’ingegno.

La balena si vide costretta ad obbedire e nuotò più presto che poté verso il paese del marinaio, tanto presto quanto glielo permetteva il singhiozzo.

Finalmente, ed eran giorni e giorni che nuotava, vide apparire le bianche scogliere di Albione e scorse il paese natale del marinaio.

Si precipitò sulla spiaggia, spalancò tutta quanta la bocca e gridò:

  • Per Winchester, Ashuelot, Nasua, Keene e le stazioni della ferrovia di Fitchburg si cambia!

Ma non aveva fatto in tempo a dire << Fitch>> che il marinaio le saltò fuori dalla bocca.

Ora dovete sapere che mentre la balena era stata occupata a nuotare, il marinaio, che era davvero una persona piena di infinite risorse e d’ingegno, aveva costruito, con i legni della zattera e aiutandosi con il coltellino, una grossa cancellata a sbarre incrociate, l’aveva saldamente legata con le bretelle (ora sapete perché non si dovevano dimenticare le bretelle) e poi l’aveva incastrata nella gola della balena in modo tale che non potesse mai più venir via.

E mentre faceva questo lavoro, cantava così:

                                    << Con le sbarre della grata

                                          nel mangiar t’ho moderata>>.

Saltato dunque sulla spiaggia, si diresse a casa, dalla mamma che gli aveva dato il permesso di di guazzare nell’acqua; poi si ammogliò, e visse felice lavorando e cantando.

Anche la balena visse felice. Ma da quel giorno in poi la grata in gola, che non può né espellere né inghiottire, le impedisce di mangiare tutto quello che vuole, eccetto i pesciolini piccini piccini. Ed è proprio per questa ragione che le balene non mangiano più né uomini né bambini.

Il pesciolino pieno d’astuzia, che le aveva giocato il grosso tiro, se la svignò e si nascose sotto la soglia dell’Equatore, dove era sicuro che la balena non sarebbe andata mai e poi mai a trovarlo.

Il marinaio portò a casa il suo coltellino tascabile. Aveva indosso soltanto quel paio di calzoni di tela azzurra. Le bretelle però non le aveva perché, come sapete, le aveva adoperate per legare la grossa cancellata a sbarre incrociate.

E così finisce questa storia.

                  (R. Kipling)  (da: << Storie proprio così>> – ed La Scuola)

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