Il Pino E L’ Abete
In un grande bosco vivono il pino e l’abete, due alberi appartenenti alla stessa famiglia. Essi si considerano cugini. Possiedono molte cose in comune, ma si differenziano tra loro per alcune particolarità. L’abete è un tipo vanitoso e presuntuoso. Egli si ritiene più bello del pino e non manca occasione per sottolinearlo.
– Guardami bene! In questo luogo non esiste un albero più bello e signorile di me. Tu, caro mio,
sei scialbo con quel colore smorto. Non parliamo poi delle tue foglie che pungono come spine. E … per chi ti tocca sono dolori. A Natale tutti mi vogliono nelle loro case perché le rallegro e le abbellisco. Tu sei brutto, non possiedi la mia bellezza e la mia eleganza per questo gli uomini non ti considerano affatto.
Il pino udendo quelle parole così cattive si rattrista e piange, soffrendo in silenzio. Egli sopporta tutto perché è un tipo pacifico e non ama litigare. Un giorno, però, sentendo la solita tiritera, sbotta e risponde al suo vanitoso cugino per le rime.
– Non mi sembra proprio che tu sia più bello e più pregevole di me. Entrambi siamo piante sempreverdi. Quando in autunno gli altri alberi incominciano a perdere le foglie e poi in inverno restano completamenti nudi noi soli manteniamo il nostro bellissimo vestito verde e facciamo invidia a tutti. Gli uccellini che non emigrano nei paesi caldi trovano nella stagione fredda rifugio nei nostri rami e noi godiamo per tutto l’anno della loro compagnia e dei loro canti. Entrambi forniamo ossigeno al pianeta e impediamo al terreno di franare trattenendolo con le nostre forti radici. Come puoi constatare, mio caro abete, facciamo le stesse cose per cui tu non hai nulla di speciale rispetto a me.
– Ti sbagli! Ribatte l’abete.
Il mio vestito è verde brillante, invece il tuo è di un verde meno vivo. Io ho una chioma a piramide che mi slancia e mi conferisce un aspetto regale. La tua chioma, invece, assomiglia ad un cono e ti fa sembrare tozzo.
– Per piacere smettila di dire corbellerie! Il mio fusto è più slanciato del tuo e sono io che mi innalzo con maestosità nel cielo. Le tue foglie sono lineari, appiattite e disposte a spirale e ti fanno sembrare più basso di quello che sei in realtà.
L’abete continua dicendo che le sue pigne sono più belle, i suoi pinoli sono poi più saporiti. Il pino scoppia a ridere e gli dice che si sta arrampicando sugli specchi perché non ha argomentazioni valide.
Ad un tratto la loro conversazione, o meglio il loro battibecco, viene interrotto da un rumore. Un uomo ed un bambino avanzano nel luogo dove essi si trovano. Guardano con attenzione tutti gli alberi. Il bambino ad un certo punto esclama:- Papà com’è bello quest’albero! Indicando il pino. Portiamolo con noi così lo vestiremo a festa con le palline colorate, i fili dorati ed argentati, gli angioletti, le lucine e le candeline. In cima starà bene quella stella che abbiamo comperato proprio l’altro giorno. Agghindato così sarà sicuramente un albero natalizio meraviglioso che farà la sua bella figura nel nostro grande salone. Pensa, papà, come ci invidieranno i nostri parenti!
- Mio caro piccino dobbiamo chiedere al pino se vuole venire con noi. Non possiamo portarlo giù, lontano dal suo bosco senza il suo consenso.
- Il bambino allora si avvicina all’albero, lo accarezza e con voce suadente gli chiede se vuole scendere in paese e rallegrare con la sua bellezza la sua casa durante le feste di Natale.
- Il pino si commuove e accetta l’invito di buon grado, ma ad una condizione: che a festa finita egli possa ritornare nel suo mondo per ritrovare i suoi amici ed i suoi cari.
- Il piccino gli promette solennemente che lo riporterà nel suo bosco quando vorrà.
- Il pino è felice di lasciare per un breve periodo il luogo nativo per conoscere altre realtà, le abitudini degli uomini e le loro abitazioni. Egli è molto curioso.
Il bambino vedendo ai piedi del pino tante belle pigne lucenti chiede all’albero se ne può raccogliere qualcuna. L’albero annuisce.
- Che bello! la mamma potrà preparare con i pinoli una torta squisita per me e per i miei fratellini, pensa il piccino.
Il pino scoppia di felicità perché qualcuno dopo tante mortificazioni lo ha gratificato e ha apprezzato le sue qualità. Egli poi voltandosi verso il cugino ammicca.
Quando padre e figlio si allontanano da lì per tornare a casa egli si rivolge così all’abete :
– Hai visto? Ti sbagliavi di grosso dicendo che tu eri più bello di me. Come vedi quei due hanno scelto di raccogliere le mie pigne che sono più lucenti delle tue e sono contenti di ospitarmi nella loro casa per tutto il periodo natalizio e mi hanno addirittura riservato un posto d’onore.
L’abete abbassa la sua chioma mortificato e capisce di essere stato in passato troppo vanitoso, maleducato ed insensibile nei confronti del cugino. Gli chiede scusa per averlo fatto tanto soffrire. Non bisogna mai disprezzare gli altri. Ognuno possiede qualità e pregi che non vanno mai sottovalutati.
Da quel giorno il pino entra a pieno titolo in molte case come albero natalizio al pari dell’abete.