Il Dolce della Pace
Manca poco alla Santa Pasqua e Giovannina è molto triste. Da troppi anni non la festeggia più perché vive nella più completa solitudine e non può condividerla con nessuno.
A dire la verità, ella non è sola al mondo, ma ha tre fratelli che vivono in una città vicina distante pochi chilometri dalla sua fattoria. Essi l’hanno accusata, a torto, di aver tramato contro di loro e di aver costretto il padre a lasciarle tutta l’eredità. Inutilmente si è difesa dicendo ai fratelli che lei era all’oscuro di tutto ed era rimasta sorpresa quanto loro della decisione paterna. E’ dal giorno della morte del padre che i fratelli hanno rotto ogni rapporto con lei.
Che colpa ne ha se il padre, a modo suo, l’ha voluta tutelare e forse risarcire per avere sacrificato la sua giovinezza e la sua vita ai suoi cari? Ella ha rinunciato alla sua libertà, all’indipendenza economica e perfino a formarsi una sua famiglia per accudire prima i fratelli e poi per assistere i nonni ed i genitori. E … lei ne aveva di sogni nel cassetto da realizzare! I suoi fratelli, al contrario di lei hanno raggiunto le mete che si erano prefissati sia sul piano lavorativo che affettivo. Hanno messo al mondo dei nipotini stupendi che lei ha cresciuto e tanto coccolato, sui quali ha riversato tutto quell’amore che aveva nel suo cuore. Tutte le domeniche e le feste comandate i fratelli andavano da loro. A Natale e a Pasqua poi Giovannina preparava ogni volta dei pranzi luculliani per accoglierli degnamente.
La loro compagnia si allargava, in queste festività, con l’ arrivo dei nonni e dei parenti e la loro casa si riempiva di voci e risate. E … quando ella pensava a tutto ciò una lacrimuccia scendeva silenziosa sul suo viso scarno e ormai solcato da qualche ruga. La gente è veramente strana ed ingrata. Pensava la povera donna. Quanti sacrifici aveva fatto per tutti loro e come avevano dimenticato in fretta il bene che avevano ricevuto da lei. Non si erano fatti scrupoli a lasciarla in una solitudine infinita e con tanto rimpianto per quegli anni trascorsi insieme e in serenità. Giovannina dice a se stessa che è ormai tempo di voltare pagina e di fare qualcosa per mettere da parte risentimenti e rancori e dato che lei è la sorella maggiore spetta a lei prendere l’iniziativa. Quest’anno decide così di scrivere una lettera ai fratelli per ricordare loro i giorni belli della loro giovinezza quando si volevano tanto bene e quando andavano d’amore e d’accordo.
Giovannina quindi li invita nella casa paterna per trascorrere insieme, come ai vecchi tempi, la Santa Pasqua. Passano i giorni e la Pasqua si avvicina, ma Giovannina non riceve nessuna risposta e ogni volta che passa il postino rimane delusa perché non le consegna nessuna lettera. Ormai non ci spera più. Ma ecco che proprio quando ella ha perso ogni speranza arrivano una dopo l’altra le lettere dei suoi fratelli. Essi hanno accettato il suo invito. La sua gioia è incontenibile.
Si mette subito all’opera.
Vuole preparare per loro un pranzo pasquale degno di un re. Giovannina conosce tutte le ricette della tradizione perché gliele ha trasmesse la madre e le sa anche preparare alla perfezione dopo tanti anni di esperienza. Ella pensa di preparare l’agnello con le patatine. Queste ultime non possono mancare sulla tavola perché ai suoi nipoti piacciono da morire e non possono mancare nemmeno la lasagna, la torta rustica con uova sode , salame e formaggio e la frittata con gli asparagi.
E i dolci?
Quelli nessuno li sa fare buoni come lei. Ci mette uova fresche delle sue galline e il latte della sua adorata mucca Clementina.
Giovannina prepara con la pasta frolla delle bamboline quante sono le donne della sua famiglia e per i maschietti degli agnellini. Sembrano belli quei dolci con le uova poste sopra di essi. Ella, però, non è ancora soddisfatta di quanto fatto. Vorrebbe creare un dolce speciale: il dolce della pace per suggellare quella agognata riappacificazione con i fratelli. Giovannina vorrebbe dargli una forma diversa dalle solite ciambelle o panettoni.
Ma quale? Si chiede la donna.
Pensa e ripensa per un giorno intero senza successo. La sera all’imbrunire quando va a chiudere la finestra della cucina vede una colomba bianca in volo.
– Che sciocca a non averci pensato prima! La forma di colomba è quella che ci vuole per il mio dolce. Afferma con convinzione e gioia Giovannina.
Ella è sicura che quando lo porterà in tavola alla fine del pranzo pasquale i suoi fratelli capiranno che lei li ha perdonati e ha dimenticato tutte le offese ricevute.
Se neppure a Pasqua si è capaci di mettere da parte i rancori e non si riesce a fare pace con quelli con i quali si è in guerra è meglio non festeggiarla. La Pasqua non è solo una festa gastronomica, ma è soprattutto la festa della pace, del perdono e dell’amore. E’ tutto pronto ormai. La tavola è imbandita e a Giovannina non resta altro da fare che aspettare l’arrivo dei suoi cari per poterli riabbracciare dopo tanti anni di attesa.