Dottore Balanzone
Per dare una svolta al nostro Carnevale, oltre a leggere ai nostri piccoli la storia di Colombina, Pantalone, Arlecchino, Pulcinella, possiamo approfondire l’interessante storia del dottor Balanzone. Seguirà il progetto educativo dedicato proprio a questa figura!
E’ una notte invernale fredda e nevosa e una cicogna si aggira per la città di Bologna. Deve consegnare un neonato, ma non riesce a trovare la casa dei suoi genitori. La cicogna è stremata, non ce la fa proprio più. Le sue ali e le sue zampe sono gelate e quel fardello che tiene nel suo becco non è certo leggero. Dopo aver fatto un giro intorno alla piazza della città ella vede una casa signorile che si distingue dalle altre. Si avvicina a quella abitazione, certa che sia la sua destinazione, picchia al vetro di una finestra ed attende …. Una signora urla dalla gioia quando la vede: – Caro corri, finalmente il nostro piccino è arrivato!
L’uomo per un attimo rimane immobile per l’emozione e poi chiama la tata e le ordina di fare entrare la cicogna. La donna si affretta ad aprire la finestra e a prendere in braccio quel dolce bambino che poi conduce dalla sua mamma che se lo stringe al cuore. Il papà va subito a prendere il suo fucile e dalla finestra spara in alto tre colpi bum bum bum per fare sapere a tutti che è finalmente arrivato il suo bambino. La cicogna dopo essersi rifocillata e riscaldata un po’ saluta tutti e viaaaa a portare altri pargoletti. Mamma e papà sono felicissimi per quel bambino che è venuto a rallegrare la loro vita. Ma ben presto si accorgono che il piccolo Graziano è venuto a sconvolgere la loro esistenza tranquilla. Egli piange giorno e notte, stremando tutti e vuole mangiare in continuazione. In poco tempo egli diventa un bambinone grande, robusto e forte. Raggiunta l’età scolare Graziano affronta questa nuova avventura con gioia ed entusiasmo. Ma ben presto si rende conto che la scuola è un ambiente difficile per lui perché non solo deve impegnarsi costantemente nello studio, ma deve sapere affrontare delle situazioni complicate. Fin dai primi giorni egli viene deriso ed è oggetto di bullismo. Infatti alcuni amichetti lo prendono in giro per la sua mole e scherzosamente lo chiamano col nomignolo di Balanzone anche perché quando egli si muove e cammina oscilla come una bilancia. Questo appellativo gli rimarrà appiccicato addosso per sempre e nessuno si ricorderà più del suo vero nome. Balanzone, a volte, va nella sua cameretta e piange: – Hiii! hiii! hiii! Non ce la faccio più a sopportare questa tortura. Sono diventato lo zimbello dei miei amichetti. E’ vero che assomiglio a Ciccio Bomba, ma ognuno ha una sua costituzione fisica e non può modificarla.
Passando in quel momento la vecchia tata e sentendolo piangere disperatamente entra nella sua stanzetta per accertarsi che non sia successo niente di grave al suo ragazzino. Lo trova in uno stato pietoso e gli domanda il motivo di quel pianto. Balanzone si confida con lei. La tata gli dice che un po’ è anche colpa sua se è grasso perché mangia in modo disordinato ed esagerato. Dovrebbe consumare meno dolciumi e porzioni più piccole di cibo, rispettando gli orari. Non si può mangiare continuamente anche perché lo stomaco ha bisogno di riposarsi come tutti. Balanzone promette alla tata di mangiare d’ora in poi con moderazione e di evitare quei cibi che lo fanno ingrassare. Ma egli non mantiene la promessa e continua a mangiare come prima, anzi ogni giorno di più man mano che cresce in età.
Diventato un giovanotto Balanzone assume un aspetto imponente ed austero e diventa obeso tanto che cammina con difficoltà. Le persone quando lo vedono si girano a guardarlo e ne hanno pena. Egli allora ricorre ad un espediente per nascondere tutto quel grasso che lo fa sembrare brutto e goffo. Un giorno si reca dal sarto di famiglia e lo supplica accoratamente: – Caro Fedele, solo tu mi puoi aiutare. Ti prego cuci per me una casacca ampia e nera.
L’uomo lo guarda stupito ed esclama: Balanzone che è questa storia di vestirti in questo modo strano e perfino di nero? Sei giovane ed adotta quindi un look adeguato alla tua età. Non sei una persona anziana. Il giovane ribatte : – Mi meraviglio di te che non ne hai compreso la ragione. Non è un mio vezzo, ma una necessità. Non vedi come sono grasso? Sembro un barilotto e solo così potrò sembrare più magro e non essere oggetto di scherno e di commiserazione. Il sarto mortificato per non averlo capito da solo si attiva subito a prendere le misure per realizzare un camicione all’altezza di Balanzone ed, in poco tempo, perché il giovane ne ha bisogno per la festa delle matricole. Eh… sì egli da poco frequenta l’Università per diventare un gran dottorone secondo il sogno di papà che lo vuole un uomo colto e acculturato. Ma, a dire il vero, è una cosa ormai risaputa da tutti che il nostro Balanzone non ha tanta voglia di studiare e si impegna quel tanto che basti, giusto per accontentare il babbo e non subire i suoi rimproveri e le sue punizioni. Egli ama molto di più il divertimento e la buona tavola. Va alla ricerca di cibi gustosi e pietanze prelibate soprattutto della tradizione bolognese che vanta varietà e opulenza . E’ ghiotto di tortellini e tortelloni ripieni di carne e ricotta, di lasagne e tagliatelle all’uovo, di cotechini e salumi. Egli è disposto a tutto per averli anche all’imbroglio. Naturalmente questo suo amore sfrenato per il buon cibo lo porta ad ingrassare a dismisura ogni giorno di più per cui oltre al camicione egli deve aggiungere al suo abbigliamento un ampio mantello per avvolgersi tutto. Con molte difficoltà Balanzone riesce a conseguire poi la laurea in Legge non certo a pieni voti e si atteggia a gran signore e si dà un sacco di arie. Diventa superbo, saccente e presuntuoso. I suoi amici e le persone colte lo prendono in giro e lo considerano un asino matricolato per la sua palese ignoranza, per la sua impreparazione e la sua incompetenza. Infatti non conosce la grammatica, storpia le parole e le usa a sproposito. Egli non riesce neppure a seguire nei suoi ragionamenti un filo logico e quando apre la sua bocca escono solo sciocchezze senza senso. Per questi suoi difetti non viene tenuto in nessun conto e pochi lo rispettano. Molti lo considerano il re degli ignorantoni. Balanzone però, è consapevole di possedere una virtù: una parlantina con la quale abbindola gli sprovveduti e la povera gente ignorante che si lascia incantare dalle apparenze e dai suoi discorsi pomposi, arricchiti con parole latine e con antichi proverbi che cita quando sentenzia o dà consigli. E quando questi poveri diavoli lo guardano a bocca aperta e si inchinano, togliendosi il cappello davanti a lui in segno di rispetto Balanzone si sente veramente un grande dottorone e si insuperbisce ancora di più.
Egli allora si attorciglia all’insù i suoi baffoni, inforca gli occhialini e tutto impettito va in giro per le vie di Bologna ripetendo a se stesso : – Io sono Balanzone , dottore sapientone, genio della parola, scaltro ed imbroglione. Nessuno può fare a meno di me perché sono il principe del foro e la persona più istruita e dotta di questa bella città.
Sarà poi vero? O è solo una sua convinzione?
Lascio a voi la parola …