Baldassarre
Tanti e tanti anni fa viveva a Palmira un re che possedeva tutto per essere felice. Egli era intelligente, coraggioso, amabile e ricco. Aveva sei bellissime bambine e una moglie adorabile. In fondo al suo cuore, però, racchiudeva un cruccio: desiderava tanto un figlio maschio che continuasse la sua discendenza. Finalmente, proprio quando non ci sperava più, ecco che arrivò quel figlio tanto sospirato. Immaginate la gioia del re! Egli inviò i suoi banditori in ogni angolo del suo regno ad annunciare la bella novella. Molti sudditi, nobili e teste coronate accorsero a Palmira da ogni parte per omaggiare il nascituro. I festeggiamenti in suo onore si protrassero per molti giorni. Quando il popolo si riunì sotto il palazzo reale sua maestà con il principino in braccio si affacciò al balcone e con tanto orgoglio esclamò:
– Questo è Baldassarre, il vostro futuro re!
A queste parole si sentì come un boato: Urrà, evviva, lunga e bella vita al principino!
Dopo qualche tempo, il re fece giungere alla sua corte i migliori maestri del suo regno e affidò loro l’educazione e la formazione del suo amato bambino. Egli sperava che Baldassarre crescendo diventasse un giovane colto, saggio, coraggioso, ma soprattutto un bravo guerriero, come lui, capace di difendere il suo popolo ed il suo regno dagli attacchi dei nemici. Il principino, però, fin da subito dimostrò di avere un’indole pacifica ed un animo sensibile. Egli più che le armi amava la musica e la poesia. Molte notti quando tutti dormivano egli sgattaiolava nel giardino reale e sdraiato sull’erba guardava incantato per ore il cielo e sognava. Le stelle che brillavano l’affascinavano e lo inducevano a porsi delle domande alle quali non sapeva dare una risposta: Chi ha messo lì sopra quegli astri luminosi? Perché appaiono solo di notte? Ci sono altri corpi celesti o creature viventi nel mondo misterioso che abitiamo?
Una notte, mentre contemplava le stelle, vide una luce sulla torre del suo castello.
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– Che cosa stava succedendo lassù? Si chiese Baldassarre.
Egli, senza perdere tempo, salì sulla torre e con suo grande stupore trovò un vecchietto che osservava il cielo con tanta attenzione, utilizzando uno strano trabiccolo.
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– Chi siete e cosa fate quassù a quest’ora della notte? Gli chiese il principino.
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– Maestà, io sono un astrologo. Osservo le stelle per ricavarne presagi e accadimenti!
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– Che bello! Posso guardare pure io il cielo con questo vostro trabiccolo? Pregò Baldassare.
Il vecchio astrologo precisò che quel “trabiccolo” si chiamava telescopio e serviva a guardare gli astri in modo ravvicinato. Egli poi invitò il principino a farsi avanti.
Baldassare non se lo fece ripetere una seconda volta e rimase a bocca aperta perché le stelle gli sembravano così vicine, quasi a portata di mano. Da quella notte il principino cominciò ad amare quella scienza e ad appassionarsi ai misteri dell’universo. Il vecchio astrologo diventò il suo maestro e gli fece conoscere le stelle, i pianeti, i loro nomi e ad interpretare alcuni segni. Baldassare ogni volta che doveva intraprendere un viaggio o prendere una decisione importante prese l’abitudine di interrogare le stelle per avere approvazione o dissenso. Divenuto adulto egli non perse l’interesse per l’astrologia, che, anzi, si rafforzò sempre di più in lui. Una notte mentre osservava il cielo notò una stella bellissima e splendente che aveva una lunga coda.
Baldassarre, guardandola meglio, vide nel suo interno una croce e sotto un bambino. Egli capì da questi segni che qualcosa di straordinario doveva accadere nel mondo, ma cosa si chiese il principe. Decise di partire subito e di seguire quella stella. Baldassarre portò con se’ cavalli, cammelli, servitori e soldati. La sua fede non vacillò mai nemmeno quando incontrò delle difficoltà ed il viaggio gli sembrò interminabile, perché egli era desideroso di scoprire quel mistero. Dopo tanti giorni di cammino il principe incontrò ad un crocevia due re con i loro seguiti. Questi seguivano anche loro la stella cometa ed erano astrologi come lui. Essi erano convinti che doveva nascere un re molto potente, ma non sapevano il luogo preciso. I tre decisero di proseguire insieme il cammino. Tanti furono i pericoli che essi affrontarono, ma i tre sovrani e astrologi non si scoraggiarono mai, desiderosi di portare a termine quella avventura. Dopo tanto cammino essi arrivarono nella città di Betlemme. Gli abitanti li guardavano con meraviglia perché erano numerosi e vestiti sontuosamente e si chiesero da dove essi provenissero e che cosa cercassero nella loro città. Infine la stella si fermò su una grotta alla periferia di Betlemme. Baldassare perplesso rivolgendosi ai compagni di viaggio disse loro: – La stella perché si è fermata qui? Che cosa c’è di straordinario in questa grotta? Forse abbiamo interpretato male i segni? Se doveva nascere un grande re la stella si doveva fermare necessariamente su un palazzo reale.
Dopo tutti questi interrogativi i tre decisero di entrare lo stesso in quella grotta. Essi rimasero senza parole quando videro lì un bambino di indicibile bellezza in braccio alla sua mamma. Il Bambinello li guardava con dolcezza tanto che i cuori dei sovrani sussultarono e si riempirono di infinita tenerezza. Caddero a terra in ginocchio per adorarlo. Con questo gesto essi riconobbero la regalità di Gesù. Baldassarre fu il primo ad offrire a Gesù Bambino il dono che aveva portato dal suo lontano paese e che aveva custodito gelosamente per tutto il viaggio: l’incenso, ricavato da alcune piante africane. Esso era considerato sacro e veniva offerto nei templi alle divinità. Gli altri sovrani offrirono al Bambinello oro e mirra. Baldassarre durante il viaggio di ritorno pensò tra sé che quel Bambino aveva dato a lui e a tutti gli uomini una lezione di umiltà. La regalità non risiedeva nei palazzi, ma si poteva trovare anche in una povera grotta. Baldassarre ritornò al suo regno arricchito dalle tante esperienze vissute in quel lungo viaggio e col proposito di avere sempre coraggio e fiducia nella vita e di non fermarsi mai alle sole apparenze.