Amal E Samir A Betlemme
Il signor Camil è un uomo benestante infatti possiede tanti cammelli che tiene in un grandissimo recinto. Ogni settimana si reca al mercato a venderne qualcuno e, molte volte, fa affari d’oro. Egli è molto affezionato ai suoi animali e quando li deve dare via il suo cuore piange, ma non può fare altrimenti perché lui è un allevatore ed un venditore di cammelli e … questo lavoro gli permette di mantenere se stesso e la sua numerosa famiglia.
Tutti quei bestioni incutono in chi li osserva timore e soggezione. Sono alti più di due metri, grandi, robusti, forti e resistenti. In realtà sono animali pacifici, buoni ed affidabili e non bisogna temerli. Essi vengono denominati “Navi del Deserto” in quanto sono i soli che possono attraversare il deserto e resistere per tanti giorni senza mangiare e senza bere. Un giorno Camil quando torna dal mercato lungo la strada che mena alla sua casa trova un dromedario. E’ tutto solo, impaurito e disorientato. Egli si è perso. Camil lo rassicura, lo accarezza e lo porta con sé. I suoi cammelli quando lo vedono lo guardano con sospetto e non lo vogliono nel loro recinto perché è uno straniero. Tutti bramiscono ed il loro padrone li rimprovera e li invita ad accogliere convenientemente il nuovo arrivato perché è un loro cugino dato che appartiene alla stessa famiglia. Amal, il più giovane dei cammelli si rivolge a Camil in modo irriverente:- Sei impazzito! Cosa dici! Ti sbagli di grosso! Non è un nostro parente in quanto è diverso da noi perché ha una sola gobba.
Col passare del tempo i cammelli, ad eccezione di Amal, si affezionano al dromedario Samir perché è un tipo buono, disponibile ed umile e lo accolgono nel loro gruppo.
Un giorno Camil entra nel recinto e rivolgendosi ai suoi cammelli dice loro:- Ho sentito dire al mercato che deve nascere a Betlemme un grande Re che viene dal Cielo. Io vorrei tanto conoscerlo. Chi vuole accompagnarmi? Il viaggio sicuramente è molto lungo, faticoso e pieno di pericoli.
Tutti spinti dalla curiosità sono disposti ad andare con lui. Allora il padrone per non scontentare nessuno dei veterani decide di portare con sé i più giovani: Amal e Samir. I cammelli protestano animatamente perché ritengono quei due inesperti, data la loro giovane età, ad attraversare il deserto, ma Camil con uno sguardo severo li zittisce.
L’indomani i tre partono molto presto quando ancora ci sono le stelle nel cielo. Amal è pieno di entusiasmo e cammina con passo svelto, invece Samir cammina a passo lento e costante. Egli dà un consiglio ad Amal: – Amico mio, non correre così altrimenti ti stanchi subito e poi devi fermarti per riprendere fiato e rallentare il passo. Il cammello risponde sgarbatamente: – Di che cosa ti impicci? Tu pensa a camminare in fretta che sembri una lumaca!
Samir abbassa la testa e una lacrima scende sul suo viso. Non è giusto ricevere sempre mortificazioni ed essere denigrato. Egli pensa tra sé che Amal è cattivo, presuntuoso, insensibile, scortese e maleducato.
Ad un tratto i tre viaggiatori vengono investiti da una tempesta di sabbia . L’uomo ordina ai due animali di abbassarsi e di accovacciarsi. Samir ubbidisce subito e chiude gli occhi per proteggerli dai granellini di sabbia. Amal invece non ascolta l’ordine del padrone e se ne sta ritto ed impettito. Egli afferma che non teme la tempesta perché ha folte ciglia che proteggono i suoi occhi dalla sabbia, quando viene sollevata dal vento e ha le narici del suo naso che si chiudono ermeticamente.
Amal ha appena finito di parlare quando il vento del deserto lo attira in un vortice e lo sballotta di qua e di là.
-Aiutooo! … Aiutooo! Urla a squarciagola Amal.
Il dromedario non ci pensa due volte ad andare in suo soccorso. Passato il pericolo Amal ritorna ad essere scorbutico ed a tenere Samir a distanza. Non si sogna minimamente di ringraziarlo per il suo gesto gentile e provvidenziale. Intanto le riserve di cibo e di acqua finiscono e la meta è ancora lontana. Samir si accontenta di mangiare le erbe, le foglie e le piante spinose che trova nel deserto, mentre Amal storce la bocca dicendo che lui non può mangiare quella roba perché il suo palato è abituato a ben altro. Alla fine però è costretto a mangiarla quando la morsa della fame attanaglia il suo stomaco.
I tre viaggiatori dopo avere attraversato il deserto e tanti paesi finalmente arrivano a Betlemme dove trovano tanta gente che balla e canta per le strade. Camil chiede ad un uomo notizie del re che deve nascere. Quello gli dice che il piccolo re è nato e gli indica il luogo dove si trova. I tre viaggiatori alzano il passo perché vogliono vedere al più presto quel bambino. Ma quando si trovano davanti una grotta e non un grande palazzo rimangono delusi e attoniti. Amal si rifiuta di entrare nella grotta e dice:- Abbiamo fatto questo lungo viaggio per nulla, per vedere un poveraccio.
Samir invece entra e rimane stupito quando vede quel bimbo riccioluto posto in una mangiatoia. Nota poi che accanto a Lui ci sono il bue e l’asinello che lo riscaldano con il loro fiato. Egli pensa tra sé quanto siano stati generosi e fortunati quei due animaletti.
Amal vedendo tante persone entrare in quella grotta per omaggiare il nascituro, si incuriosisce e decide di entrare anche lui. Quando vede quel piccino così bello e tenero si commuove, però non ha il coraggio di avvicinarsi a Lui e se ne sta all’ingresso della grotta. Ad un certo punto Gesù gli sorride e con la sua manina gli fa segno di entrare.
Amal quando arriva presso la mangiatoia si inginocchia ed il piccino lo accarezza e gli dice di comportarsi sempre bene e di amare tutti. Amal scoppia a piangere e chiede perdono al piccolo Re per tutte le monellerie che ha compiuto fino a quel momento. Finalmente capisce che è stato un discolo e si è sempre comportato male con tutti e specialmente con Samir. Allora lo cerca e gli chiede scusa per tutte le volte che lo ha denigrato e lo ha fatto soffrire. Lo abbraccia e gli dice che se vuole sarà il suo amico del cuore. Amal dopo l’incontro con il Bambinello è cambiato, maturato ed è diventato buono. Samir è felice perché finalmente anche lui ha un amico vero con il quale condividere giochi ed esperienze di vita.
Chi ha accanto un vero amico possiede un grande tesoro