Carnevale
Cari bambini, io so che tutti voi amate il Carnevale, questa festa in cui si è liberi di indossare costumi e maschere di ogni tipo… Ma chi è questo Carnevale? Ve lo siete mai chiesti? Ascoltate la storia che sto per raccontarvi e lo scoprirete!
Un bel giorno in una casetta di campagna viene alla luce un bimbo bello, vispo e allegro. Appena scorge i suoi genitori rivolge loro un gran sorriso. La mamma ed il papà pensano di chiamarlo Carnevale. Egli fin da piccolo ama tanto le polpette, gli spaghetti, le salsicce e tutti quei cibi che mangiano le persone adulte. In poco tempo, mangiando tutti questi alimenti sostanziosi, diventa un ragazzo alto, robusto e forte tanto da sembrare più grande della sua età. Carnevale dimostra subito di avere un carattere irrequieto e vivace. Egli, infatti, è un vero diavoletto, non sta mai fermo e ne combina di tutti i colori. Egli, molte volte, riesce ad eludere la sorveglianza della madre e scappa nei campi vicini e si diverte a correre a perdifiato, a rotolarsi nell’erba ed ad arrampicarsi sugli alberi per prendere i nidi degli uccellini. Va pure allo stagno per catturare le rane e cerca nelle crepe dei muretti le lucertole. Egli fa disperare i suoi genitori per tutte le monellerie che combina ogni giorno. Essi sperano che col tempo, maturando, si calmi un pò e diventi un ragazzo tranquillo come tutti gli altri. Carnevale, invece, rimane sempre lo stesso, anzi peggiora di giorno in giorno. Giunto all’età scolare egli si rifiuta di frequentare la scuola perché non ama studiare e resta un ignorantone. I genitori allora lo incitano ad apprendere un mestiere, ma egli afferma: – Non esiste al mondo un mestire che fa per me. Tutti quelli che ci sono li considero noiosi e per nulla interessanti. Il tempo passa e Carnevale diventa un giovanottone massiccio e robusto tanto da sembrare un gigante. Egli trascorre tutto il suo tempo all’osteria con amici pari a lui a giocare a carte e a bere. Si diverte un mondo ad organizzare scherzi. Alcuni di essi sono divertenti, ma altri veramente spiacevoli e pericolosi. Ora ve ne racconto alcuni. Un giorno, mentre egli era all’osteria di don Gennaro, pensa di scendere di soppiatto nelle cantine e di lasciare cadere nelle botti di vino delle molliche di pane. Dopo qualche tempo tutto il vino diventa aceto ed il povero oste deve chiudere il suo locale. Un’altra volta, mentre bighelloneggia per la campagna, scorge nella cucina di una fattoria tante salsicce appese. Guardandole gli viene l’acquolina in bocca e così pensa di allontanare la padrona di casa gridando:- Alla volpe, alla volpe!
La povera donna pensando che ci sia la volpe nel pollaio esce di casa correndo, lasciando la porta aperta. Carnevale come un fulmine entra in cucina e ruba alla donna tutte le salsicce.
Un giorno, prima della Quaresima, Carnevale pensa di fare una burla ai suoi amici. Si traveste da donna e va in giro per le strade del paese sicuro di incontrarli. Quelli appena lo vedono credendo di trovarsi di fronte ad una bella ragazza cominciano ad ammiccare e a rivolgerle tanti complimenti. Ad un certo punto Carnevale scoppia a ridere e gli amici lo riconoscono. Questa trovata piace tanto non solo agli amici, ma anche ad altre persone e così da quel giorno si prende l’abitudine di travestirsi come Carnevale nel periodo che precede la Quaresima.
Tutti sanno che Carnevale è ingordo, un super mangione. E’ meglio, affermano alcuni, comprargli un vestito che invitarlo a pranzo. Le sue mangiate sono proverbiali. Un giorno egli fa una scommessa con i suoi amici:- Scommettiamo che sono capace di mangiare un bue intero arrostito, quattro maialetti, dieci capretti, cinque conigli, quindici catene di salsicce, cento uova a frittate, quattro capponi, tre anitre, centocinquanta polpette, una montagna di patate fritte, un pentolone di rigatoni, un cestone di frutta mista, venti barili di vino e per finire un quintale di pastarelle e frittelle. Nella piazza del paese si allestisce un grande tavolo dove si mette in bella vista tutta questa roba. Molte persone arrivano anche da paesi vicini per assistere alla sfida.
Carnevale si siede a tavola e inizia a mangiare. Tutti applaudono non appena finisce di ingurgitare una pietanza. Alcuni sono sicuri che Carnevale vincerà la sfida, altri ne dubitano. L’ingordo, però, non ha previsto che la sua pancia non è un pozzo senza fondo. All’ improvviso si sente un botto. Cos’è, cosa non è. E’ la pancia del povero grullo che gonfiandosi come un pallone è scoppiata. Gli amici non vogliono credere che Carnevale sia finito in un modo così misero e lo piangono per molti giorni. Ogni anno per ricordarlo gli dedicano i tre giorni prima della Quaresima. Tutti scendono in piazza mascherati e ballano, cantano, suonano, raccontano barzellette, fanno scherzi e rappresentano anche farse. Da allora questa festa è entrata a far parte della nostra tradizione. Oggi si esagera un po’ perché si scelgono vestiti raffinati, eleganti e costosi per mascherarsi, dimenticando che quello che conta è divertirsi e scacciare, anche se per poco, i problemi quotidiani e i guai. Carnevale ci permette di sognare travestendoci come ci pare e cambiando, seppur per pochi giorni, la nostra identità.
Ciao! Mi è piaciuta molto la storia sul carnevale che hai proposto, ho letto ieri la storia alla mia nipotina di 5 anni e si è sganasciata dal ridere, ne è rimasta entusiasta!
Volevo chiederti,non potresti scrivere la stessa storia sotto forma di recita, in maniera da far diventare protagonisti i bimbi stessi???
Ciao Marta grazie per i complimenti e per il suggerimento! Sono contenta che la tua nipotina abbia gradito la storia, se giri bene nel sito troverai tante altre storie divertenti ed educative da leggerle!
Per quanto riguarda il suggerimento di trasformare la storia in recita, cercherò di accontentarti il prima possibile! A risentirci sul blog!