Un Papà Coraggiosissimo
Nell’incantevole paese di Pianofiorito vivono delle persone laboriose e ricche di umanità. Non ci sono ladri in giro e nemmeno individui egoisti, cattivi o prepotenti per cui si vive in pace e nella serenità. Gli abitanti lasciano le porte delle loro case aperte anche di notte perché non ci sono pericoli. Ma un brutto giorno la pace che regna in questo luogo viene turbata da un insolito avvenimento.
Una notte, quando tutti dormono, entrano nel paese gli abitanti del paese confinante Vallecupa con l’intenzione di occuparlo e conquistarlo con le armi. Il primo a svegliarsi è Uberto, papà del piccolo Bernardo. Egli in un primo momento pensa che ci sia un terremoto in atto perché sente un boato e dei botti. Senza perdere tempo, subito sveglia il suo bambino e la moglie e scappano fuori. Appare davanti ai loro occhi uno spettacolo raccapricciante. Alberi in fiamme che rendono l’aria irrespirabile perché impregnata di fumo. Ci sono dappertutto persone che imbracciano dei fucili. Papà Uberto senza pensarci due volte scappa dal sacrestano e gli dice di suonare più forte che può le campane per svegliare tutti i compaesani e chiamarli a raccolta. Gli abitanti di Pianofiorito, sentendo suonare a quell’ora di notte le campane, capiscono subito che c’è un grande pericolo. Tutti escono dalle loro case e corrono di qua di là come pecore senza pastore. Ecco che in quella confusione si alza ad un tratto in modo chiaro e forte la voce di Uberto che li invita a non perdere la testa, ma a stare calmi e raggiungere al più presto la chiesa per stabilire cosa bisogna fare per affrontare al meglio quella brutta situazione.
Alcuni pregano Dio e chiedono a gran voce il suo aiuto.
Altri, invece, si pongono delle domande: Come mai i nostri vicini ci attaccano? Abbiamo intrattenuto sempre rapporti civili e rispettosi con loro. Che cos’è questa novità?
La risposta è molto semplice! Gli abitanti di Vallecupa sono litigiosi per natura e sfaticati e guardano con invidia i loro vicini perché secondo loro hanno raggiunto un certo benessere non per merito, ma solo perché il loro paese è più fertile e più ricco del loro e così hanno deciso di conquistarlo.
Il papà di Bernardo intanto invita tutti a raggiungere l’ armeria perché è un posto sicuro in quanto ci sono le vecchie armi dei nonni e c’è un sotterraneo. Egli, dopo essersi assicurato che nessuno è rimasto fuori, chiude bene la porta a doppio mandata.
I compaesani si rivolgono a lui con preoccupazione: – Cosa dobbiamo fare ora? Come faremo a fermare i nostri vicini? Noi non sappiamo usare le armi perché siamo vissuti sempre in pace e non abbiamo mai fatto guerra a nessuno.
Uberto risponde loro che la prima cosa da fare è portare giù nel sotterraneo i bambini, i nonnini e le donne per metterle al sicuro. Dopo di che, bisogna controllare i fucili se sono ancora funzionanti dopo tantissimo tempo di inattività. Alcuni compaesani protestano perché non vogliono usare i fucili e uccidere persone. Il papà di Bernardo fa capire loro che è giunto il momento di mettere da parte le paure e di comportarsi da uomini coraggiosi. Aggiunge inoltre che anche lui non vorrebbe farlo, ma è loro dovere difendere la propria terra, la loro libertà e le loro famiglie. Alcuni abitanti di Pianofiorito, guardando nell’armeria, notano che oltre ai fucili ci sono delle casse piene di piccole bombe a mano. Papà Uberto ne prende alcune e dice ai compaesani di vigilare mentre lui va in avanscoperta per vedere cosa fanno i loro aggressori e dove si sono accampati. Tutti gli consigliano di non uscire perché rischia la vita. Uberto non ascolta nessuno e porta con sé alcune piccole bombe. Qualcuno deve pur prendere qualche iniziativa per uscire da quella brutta situazione, pensa tra sé. Mentre cammina gli cade una bombetta a terra e cosa strana non esplode, ma fa solo un botto fortissimo e rumoroso. Gli balena allora un’idea: usare quelle piccole bombe contro i vicini senza usare né fucili né altro materiale bellico. In questo modo non faranno male a nessuno, ma esse serviranno solo ad impaurire e fare scappare gli aggressori. Torna dai suoi compaesani con l’animo lieto e racconta loro cosa ha scoperto sulle piccole bombe e se sono d’accordo useranno solo quelle contro i nemici. Tutti applaudono e acconsentono. Papà Uberto allora prende il comando e dà a tutti degli ordini. Grazie al piano che lui ha elaborato riescono ad accerchiare i nemici e a sorprenderli, impedendo loro di usare le armi. Incominciano a lanciare contro di essi le bombette che, cadendo a terra, producono un rumore talmente fragoroso che i vicini si spaventano a morte. Essi alzano le braccia in segno di resa. Capiscono di avere commesso una cattiva azione, si pentono e chiedono perdono agli abitanti di Pianofiorito. Si stringono la mano e promettono di rispettarsi a vicenda e di vivere in pace e in amicizia per sempre.
Entrambe le parti hanno capito che la guerra è una cosa brutta perché porta sofferenze, dolore, distruzione, odi e abbruttisce gli animi per questo bisogna fare di tutto per evitarla, mettendo da parte egoismi ed interessi personali.
Il piccolo Bernardo è fiero del suo papà perché ha dimostrato di avere tanto coraggio e tanta determinazione. Ha preso decisioni difficili e ha guidato i suoi compaesani alla vittoria senza fare male a nessuno.
Bisogna ricordare che il bene vince sempre sul male anche se, a volte, sembra avere il sopravvento. Difendiamo sempre la Pace che è il bene più prezioso che abbiamo ed è un dono di Dio.