Progetto i Mestieri delle Mamme nel Passato
Quest’anno insieme ai nostri bambini vogliamo continuare il nostro viaggio nel passato per conoscere altri mestieri che svolgevano le mamme e che oggi non sono più presenti nella nostra società.
Gli obiettivi che vogliamo raggiungere sono i seguenti:
Conoscere alcuni mestieri di una volta
Conoscere gli ambienti lavorativi delle mamme del passato
Conoscere i mezzi e gli strumenti da loro utilizzati
Conoscere i materiali che usavano le mamme nello svolgere il loro lavoro
Conoscere le loro condizioni di vita
Conoscere i rischi a cui andavano incontro con i loro lavori
Capacità di effettuare corrispondenze
Grafismi: percorsi
MESTIERI CHE PRENDEREMO IN CONSIDERAZIONE
I mestieri che prenderemo in considerazione sono i seguenti:
spigolatrice
raccoglitrice di olive
venditrice di fiori
LA SPIGOLATRICE
Il lavoro della spigolatrice era molto faticoso. Ella, infatti, doveva stare curvata dalla mattina fino a sera sotto il sole cocente di giugno e di luglio. Questo mestiere veniva svolto solo da donne povere che andavano nei campi di grano e raccoglievano le spighe che cadevano dalla mietitrice o dai covoni. Esse sopportavano ogni disagio perché costrette dal bisogno e per assicurare ai loro bambini almeno un tozzo di pane. Il padrone del campo permetteva loro di raccogliere le spighe , però ad una condizione: dovevano in cambio, nelle ore di riposo, pulire i locali, lavare la biancheria del padrone e cucinare per tutti i mietitori. La spigolatrice si alzava presto la mattina ed arrivava sul posto di lavoro quando ancora non c’era il sole. Essa raggiungeva quel pezzo di terra dove il grano era già mietuto e cercava nelle stoppie le spighe cadute durante la mietitura o quando i covoni venivano caricati sui carri che li portavano alla trebbia.
La spigolatrice disponeva le spighe in mazzetti e con un coltello le tagliava e le collocava in una sacca che portava legata alla cintura. Portava con sé una fiasca di terracotta piena di acqua e beveva spesso per spegnere l’arsura provocata dalla calura estiva. La povera donna, quando tornava a casa la sera, era distrutta e non riusciva a stare nemmeno in piedi.
La spigolatrice era spesso soggetta ad attacchi di febbre malarica.
LUOGO DI LAVORO
Campo di grano
STRUMENTI DI LAVORO
coltello per tagliare lo stelo alle spighe
una sacca per collocarvi le spighe raccolte
una fiasca di terracotta piena d’acqua
RACCOGLITRICE DI OLIVE
Il lavoro della raccoglitrice di olive era di carattere stagionale. Si svolgeva in autunno, nei mesi di ottobre e di novembre. Era molto faticoso, anzi massacrante.
La raccoglitrice di olive si alzava all’alba e percorreva molti chilometri a piedi nudi per raggiungere gli uliveti. Lavorava dalle 10 alle 13 ore al giorno e non godeva di nessuna assistenza sanitaria. Ella se ne stava tutto il giorno chinata a terra. Se aveva dei figlioletti se li portava sul luogo di lavoro. I piccoli giocavano, mentre i più grandicelli lasciavano la scuola presto per aiutare la mamma nella raccolta delle olive. Se l’uliveto era vicino la raccoglitrice tornava la sera a casa, altrimenti restava sul posto di lavoro. Il padrone dell’uliveto metteva a sua disposizione e dei suoi figli il dormitorio che era una grande stanza dove c’erano altre lavoratrici o piccoli locali bui senza finestre e senza cucina. La raccoglitrice doveva alla fine della giornata trasportare i sacchi pieni di olive sulla testa nei magazzini o al frantoio che pesavano tantissimo. In cambio del suo lavoro riceveva olio, olive o denaro. La raccoglitrice alla fine della giornata era distrutta dalla stanchezza e non riusciva a stare nemmeno più in piedi .
Le malattie che contraeva: reumatismi ed artrosi alla colonna vertebrale.
Questo duro lavoro veniva svolto maggiormente nel nostro meridione dove la coltivazione dell’ulivo era molto praticata perché il clima era favorevole alla crescita di tale pianta.
LUOGO DI LAVORO
L’uliveto
STRUMENTI DI LAVORO
Mani
Sacca legata alla cintura dove collocare le olive raccolte
Crivello per pulire le olive dai sassolini, terra e foglie
Sacchi dove mettere le olive pulite
VENDITRICE DI FIORI
Questo lavoro veniva svolto da donne non molto giovani e da ragazzine. Era molto duro perché si doveva girare per le strade delle città dall’alba al tramonto e si guadagnavano pochi spiccioli che, a volte, non bastavano neppure per comperare un tozzo di pane. La borghesia del tempo non aveva simpatia per queste donne perché erano delle poveracce che vivevano ai margini della società. Il loro abbigliamento dimesso forniva alla gente un’immagine di loro poco edificante. Indossavano vestiti lisi, non portavano scarpe perché data la loro povertà non potevano permettersi questo lusso. Erano sporche e avevano i capelli disordinati. Alcuni le consideravano delle poco di buono e delle imbroglione. Le venditrici di fiori non vanno confuse con le fioriste perché esiste una grande differenza tra loro. Le fioriste oggi possiedono un negozio proprio o lavorano nel negozio del marito o di un padrone. I fiori che vendono sono bellissimi. Le venditrici di fiori lavoravano in strada con qualsiasi tempo e i fiori che vendevano erano appassiti e brutti da vedere perché li tenevano per tutto il giorno nel cesto che portavano sottobraccio. Non avendo soldi sufficienti, andavano al mercato e compravano quelli che i fioristi non volevano e quelli che restavano alla fine della giornata che erano tutti sciupati ed appassiti. Le venditrici di fiori raccoglievano i fiori in mazzetti che legavano con gli scarti della canapa o di fili di corda e li collocavano nel cesto. Esse vendevano i mazzetti ad una cifra irrisoria e molti passanti li compravano solo per un atto di pietà e di carità verso quelle misere donne e non perché erano attratti dalla bellezza dei fiori. Le ragazzine andavano nei campi o prati a raccogliere dei fiorellini e dopo averli sistemati in mazzetti li vendevano. La gente li comprava volentieri per abbellire con essi la loro casa perché erano belli e profumati.
LUOGO DI LAVORO
Le strade della città
STRUMENTI DI LAVORO
Cesto
Coltello
Fili di canapa e di corda per legare i mazzetti di fiori
POESIE E FILASTROCCHE
LA SPIGOLATRICE
Sotto il sole cocente di giugno
quando le spighe son mature
io vado nei campi dopo la mietitura.
Raccolgo quelle che giacciono a terra
sfuggite alla trebbia e nelle mani le serro.
Il sole batte sulla mia testa
mentre i mietitori fanno festa.
Tutti quanti bevono
e cantano in coro:
il raccolto è buono.
Quest’anno per tutti pane.
( Nonna Tina)
SPIGOLATRICE
Bimbetta povera che cerchi grano,
ieri la falce passò di qui
e non rimase che stoppie di grano
con questo sole di mezzodì.
No; vi rimase una spiga perduta
come la piuma d’un uccellino.
I mietitori non l’hanno veduta,
dormiva in terra come un bambino.
Stelo falciato somiglia uno spino:
I poveri piedi che nudi vanno
dietro il passo del contadino
a cercare il pan d’un anno.
Che un poco oggi, un poco domani:
spiga con spiga si fa un fascetto,
con un fascetto si fan tre pani
e ci campa un poveretto.
(R. Pezzani)
LA RACCOGLITRICE DI OLIVE
Con le nebbie e le piogge novembrine
andiam a piedi nudi agli uliveti
ormai carichi di oro fino.
Curve a terra da spaccare la schiena
da mane a sera
da sembrar aliene.
Siamo asine di fatica
spinte dalla necessità
e dalla nostra atavica povertà.
I padroni di noi si approfittano,
i nostri sacrifici mal ripagano.
(Nonna Tina)
VENDITRICI DI FIORI
La nostra vita non è rosa
perché lavoriamo senza posa.
Con un cesto sottobraccio
ci portiamo in ogni via
ed offriamo la nostra mercanzia.
Le persone ci guardano schifate
perché non siamo belle come le fate.
Non portiamo vestiti eleganti e scarpette
perché siamo poverette.
Ma siamo persone buone
perché abbiamo dignità e un cuore.
(Nonna Tina)
INDOVINELLI
Lavoro in estate nei campi di grano.
Raccolgo le spighe cadute dalla trebbiatrice
Io sono la … (spigolatrice) (Nonna Tina)
…………………………………………………………………………..
Il mio lavoro è faticoso,
tutto il giorno sto piegata negli uliveti
anche con nebbia e pioggia.
E’ facile dire il nome mio … (raccoglitrice di olive)
(Nonna Tina)
Vendo fiori sciupati e appassiti,
giro per la città con un cesto.
Se siete intelligenti direte il mio nome presto … (venditrice di fiori)
(Nonna Tina)
GIOCHI
INDOVINA
I bambini si siedono in circolo e l’educatrice fa vedere una foto dove è rappresentata una mamma al lavoro ( esempio una spigolatrice).
Il bambino che indovina il mestiere della mamma si pone al centro del cerchio e deve imitare i movimenti ed i gesti che ella fa quando svolge quel lavoro.
Il gioco prosegue facendo vedere altre foto, rappresentanti altri mestieri.
DI CHI SONO
Si collocano in una scatola dei cartoncini raffiguranti gli strumenti che usavano le mamme del passato. L’educatrice chiama un bambino e lo invita a prendere un cartoncino. Dopo averlo guardato attentamente deve dire il nome dello attrezzo rappresentato e chi l’usa. Se indovina continua a giocare prendendo un altro cartoncino altrimenti lascia il posto ad un compagno.
ATTIVITA’ COSTRUTTIVE E MANIPOLATIVE
CARTELLONE MURALE RAPPRESENTANTE LE MAMME ED IL LORO AMBIENTE DI LAVORO
I bambini possono scegliere un mestiere del passato che svolgevano le mamma e, dopo averlo rappresentato graficamente e colorato, possono ritagliarlo ed incollarlo su un cartellone murale. Osservando i vari disegni, si può avviare una conversazione sulle mamme, sugli strumenti che utilizzano nel loro lavoro, sul luogo di lavoro e sulle condizioni economiche di quel tempo.
RIPRODUCIAMO UN ULIVETO
Prima di realizzare un uliveto dobbiamo fare capire ai nostri piccoli cos’è un uliveto. Se non possiamo condurli in un vero uliveto per farglielo osservare dal vivo, possiamo utilizzare delle foto o dei quadri di grandi artisti.
Io propongo il dipinto di Vincent Van Gogh. Volendo possiamo invitare i bambini, dopo averlo osservato, a riprodurlo in modo personale e creativo.
L’uliveto possiamo definirlo in modo semplice come un insieme di alberi di ulivi posti in uno stesso luogo.
OCCORRENTE:
1 foglio di polistirolo
Colori a tempera
Rotoli di carta igienica
Cartone resistente
Cartoncini di vari colori
Das per realizzare alcune raccoglitrici di olive
Plastilina nera per fare le olive
ESECUZIONE
Prima di tutto dobbiamo colorare il foglio di polistirolo. Successivamente dobbiamo realizzare gli alberi d’ulivo con i rotoli di carta igienica e il cartone resistente. Colorare i rami degli alberi.
Con il cartoncino possiamo realizzare alcune raccoglitrici di olive e recipienti ( cestini, ceste, sacchi, ecc …) che usano le stesse. Io ho fatto 2 raccoglitrici con il das.
REALIZZIAMO UNA SPIGOLATRICE
Prendiamo un rotolo di carta igienica e su una delle due estremità incolliamo una pallina da ping – pong. Realizziamo le braccia con della carta di giornale che avvolgeremo intorno ad un filo di ferro. Rivestiamo la struttura della spigolatrice ottenuta con un vestitino. Sulla testa incolliamo tanti fili di cotone nero per fare i capelli. Con il cartoncino realizziamo un cestino dove collochiamo le spighe di grano. Con il cartoncino giallo o il filo di cotone giallo possiamo preparare un cappellino.
VENDITRICE DI FIORI CON IL DAS O PASTA DI SALE
Con il das plasmiamo una donnina. Quando si asciuga per bene coloriamola e poi verniciamola. Con il cartoncino realizziamo un cestino con fiorellini che collochiamo al braccio della venditrice di fiori. Con un pezzo di stoffa realizziamo una gonnellina .
REGALI PER LA FESTA DELLA MAMMA
UNA ROSA REALIZZATA CON UN PEZZO DI STOFFA ROSSA
Abbiamo pensato di regalare alla mamma nel giorno della sua festa una rosa rossa realizzata con un pezzo di stoffa rossa. Tagliamo una striscia di stoffa rettangolare che assottiglieremo verso la fine. Arrotondiamo la parte superiore della striscia rettangolare per fare i petali e poi arrotoliamola partendo dalla parte più stretta. Fermiamo il tutto con un elastico. Collochiamo infine la rosa in un bicchiere riempito un po’ più della metà con riso variamente colorato dai bambini precedentemente.
Accompagneremo il dono con un bigliettino di auguri e la poesia appresa o che possiamo inventare noi insieme ai bambini.
QUADRETTO CON VASO E FIORI
Un altro dono che possiamo realizzare per la mamma è un quadretto con un vaso di fiori.
Questo lavoretto può essere realizzato dai bambini guidati dalla loro creatività.
VI PROPONGO DUE POESIE DEDICATE ALLA MAMMA
FESTA DELLA MAMMA
Cara mamma
voglio regalarti per la tua festa
una poesia che sul foglio per sempre resta.
Non ci sono parole per dirti
come nel mio cuore
è grande per te il mio amore.
Mamma tu mi sei sempre vicina
fin da quando ero piccina,
della casa sei la regina buona
e della mia vita sei la mia fatina.
Conosci ogni mio respiro,
per me sei importante
come l’aria che respiro.
Per finire, con un solo verso,
porgo tanti auguri a te
e a tutte le mamme dell’universo.
(Noemi Dello Russo)
ALLA MIA MAMMA
Sapete perché la mia mamma è così speciale?
Leggete la poesia e state ad ascoltare!
La mia mamma è una forza della natura:
lavora, cucina, di noi si prende cura.
Col OVID, si sa, la situazione è dura,
ma lei non si scoraggia e mi toglie la paura!
La mia mamma è una macchina impastatrice,
che sforna delizie per farmi felice!
La mia mamma in questi giorni è anche un po’ insegnante,
tra compiti e videolezioni le cose son tante!
La mia mamma quando serve è anche un po’ dottore,
ma la sua prima cura sono baci e l’amore!
La mia mamma è un libro di fiabe che racconta
e grazie alle sue storie, viaggio fuori dalla porta!
La mamma è anche una super compagna di gioco:
con la sua fantasia non ti annoi nemmeno un poco!
C’è, però, una cosa che vi devo proprio dire,
che senza la mia mamma non potrei proprio stare!
Lei è come un faro che guida la mia nave,
è il vento forte che soffia e mi fa volare!
Se anche la tua mamma è un po’ come la mia,
allora dedicale questa poesia!!!
(MAMMA E MAESTRA)