Storia di un Piccolo Agnello
In una bella fattoria vivono da sempre la pecora Adalgisa ed il montone Adone.
Si conoscono fin da piccoli perché vivono nello stesso ovile. Un giorno, divenuti grandi, si innamorano e decidono di convolare a nozze. I due sposi aspettato con trepidazione la nascita di un agnellino, ma invano. Adone è triste perché pensa che non avrà una discendenza. Adalgisa, invece, soffre tanto, in silenzio, e, quando vede una mamma con il suo piccino, una lacrima le scende lungo il viso. La povera pecora si chiede spesso perché solo lei non ha figli, ma nessuno sa darle una spiegazione. Quando ha perso ormai ogni speranza ecco che si annuncia il figlio tanto desiderato. Figuratevi la gioia di Adalgisa e di Adone. Mamma pecora, piena di felicità, prepara con tanto amore tutte quelle cosine che sono necessarie ad un neonato. Ma la sua gioia è di breve durata perché sono passati i giorni della gestazione ed il piccolo non è ancora nato. Adalgisa è tanto preoccupata e non sa cosa fare. Chiede alla sua mamma e alla nonna, ma nessuna delle due conosce il motivo di quel ritardo. Una capra anziana, che vive nel suo ovile, le consiglia di andare dal caprone Gismondo che è il medico degli ovini. Adalgisa, accompagnata da Adone, sale con tanta fatica su in montagna per cercarlo e, quando lo trova, gli espone il suo problema. Il medico degli ovini, dopo averla ascoltata con attenzione, afferma: – E’ una cosa veramente insolita e strana! Mai che io sappia, un agnellino è nato dopo i cinque mesi di gestazione.
La povera pecora, ascoltando quelle parole, si rattrista e piange perché pensa che il suo piccolo abbia qualche problema. Ma il medico degli ovini vedendola in quello stato la rassicura dicendole che ogni regola ha la sua eccezione. Sicuramente il suo piccino ha bisogno di più tempo per formarsi oppure è speciale e vuole farsi attendere per creare un po’ di suspense. La pecora ritorna a casa un po’ rasserenata e spera che presto il suo agnellino venga alla luce. Ella non fa altro che pensare: – Sarà bello! A chi somiglierà? Nascerà sano? Un bel giorno finalmente il piccino viene alla luce. La mamma lo guarda incantata perché è bellissimo, sano e perfetto. Lo lecca e lo bacia continuamente. Mamma Adalgisa lo chiama Pallino perché sembra una palla di neve soffice e candida. Il piccolo nato guarda con i suoi dolci occhietti tutti gli abitanti della fattoria che sono andati a conoscerlo.
Pallino, dopo un momento di incertezza, subito si alza e si raddrizza sulle zampette e si mette a camminare e poi a correre di qua e di là. Dopo di che, va dalla mamma e succhia il suo latte perché ha fame. L’agnellino sente ancora un languorino allo stomaco e allora il furbetto mangia l’erbetta fresca che la mamma aveva accantonato in un angolino dell’ovile per fargliela mangiare dopo alcuni giorni dalla nascita per abituarlo a masticare il cibo solido. Il piccolo nato è veramente speciale perché è intelligente, sveglio e curiosone. Egli vorrebbe conoscere tanto il mondo e soffre quando la mamma va nei pascoli e lo lascia al chiuso con la capra Marietta, la sua balia. Un giorno mentre Marietta è intenta a rassettare l’ovile Pallino subito approfitta dell’occasione e scappa via .
- Che meraviglia! esclama l’agnellino nel vedere il mondo esterno. Gli sembra un mondo fatato con tutti quei colori, suoni, profumi, voci che si rincorrono e … poi ci sono esseri così belli che lo guardano con tanta tenerezza.
Il piccolo nato va verso l’ignoto. Quando ode in lontananza la voce della sua balia che lo prega di tornare indietro perché è troppo piccolo e si può perdere. Egli non si ferma, ma corre come il vento e si allontana sempre più dall’ovile. Per tutto il giorno Pallino si diverte a giocare con esseri che neppure sa chi siano e guarda con tanto interesse tutto quello che lo circonda. Intanto scende la notte e tutti gli animaletti ritornano nelle loro casette e Pallino rimane solo. Egli si spaventa a morte perché ha paura del buio e allora chiama ripetutamente la sua mamma béé béééé, con la speranza che essa lo senta e vada a prenderlo.
Mamma pecora quando ritorna all’ovile dal pascolo e non trova il suo piccolo si dispera e teme per la sua vita perché lì fuori ci sono animali cattivi e tanti pericoli. Papà Adone cerca di consolarla e le dice che il loro piccolo è così sveglio che certamente saprà badare a se stesso.
Tutti gli abitanti della fattoria si uniscono ad Adalgisa ed Adone per cercare Pallino. Intanto l’agnellino trema dal freddo e ad ogni minimo rumore sobbalza. Egli pensa tra sé che ben gli sta quello che gli è accaduto. Se avesse ascoltato la sua balia ora starebbe al calduccio nel suo ovile e avrebbe accanto a sé la mamma ed il papà. Ad un tratto sente una dolce voce che lo chiama: – Pallino Pallinoo! L’agnellino si gira e vede un personaggio bellissimo pieno di luce che illumina la notte buia. L’uomo lo prende in braccio e l’accarezza con tanto amore e gli dice di non avere paura. Il piccino gli chiede timidamente chi sia. L’uomo dice sommessamente : – Sono il Buon Pastore e molti mi chiamano Agnello Pasquale. Assomiglio a te che sei mite, umile, innocente e puro.
Pallino non capisce il senso di quelle parole, però, guardandolo negli occhi comprende che quell’uomo è buono e ci si può fidare di Lui. Il Buon Pastore se lo mette sulle spalle e lo porta in salvo verso l’ovile. Prima di lasciarlo tornare dai suoi genitori, lo bacia e gli dice di non fare più il birichino, ma di ascoltare i consigli di chi lo ama tanto. Il piccino muove la campanellina che tiene al collo in segno di assenso. Gesù all’improvviso scompare.
L’agnellino si sente tanto felice, si volta per salutare quell’uomo, ma non lo vede più e allora pensa di avere fatto solo un bel sogno. Egli non può immaginare neppure lontanamente quale fortuna abbia avuto: incontrare il Cristo che tra non molto sacrificherà la sua vita per salvare tutti gli uomini.