Aurelio un Papà Scultore

On 27 febbraio 2021 by Nonna Tina

Agatina, come tutte le bambine, ama tantissimo il suo papà. E’ felice quando sta con lui, ma il tempo che le dedica è veramente poco a causa del suo lavoro. Egli è uno scultore molto bravo ed apprezzato nel suo ambiente. E’ un tipo allegro, intelligente, disponibile, generoso e creativo. Per il suo aspetto imponente e austero, a volte, incute timore, ma lei che lo conosce bene sa che è un gigante buono e una persona gentile e affidabile. Papà Aurelio non vuole che Agatina vada nel suo laboratorio perché è un ambiente polveroso dove ci sono attrezzi e materiali pericolosi per una bambina. Una mattina, quando il papà sta per uscire di casa per andare al lavoro, Agatina per l’ennesima volta lo prega  di portarla con lui.

Papà Aurelio le dice indignato: – Quante volte ti ho detto che il mio laboratorio non è un luogo adatto ai bambini e quindi non posso portarti con me!

Ma Agatina non demorde e rivolgendosi con tanta dolcezza: – O paparino, io voglio solo stare un po’ con te e  ammirarti quando lavori. Ti prometto che starò buona buona in un cantuccio e non toccherò nulla.

Il papà si sente sciogliere nel sentire quelle parole e  così decide di accontentarla, per una volta. Agatina è così felice che subito va a prendere la sua giacchetta, abbraccia il suo papà e lo ringrazia per aver finalmente accolto la sua richiesta. Quando entra nel laboratorio rimane stupita e senza parole perché è un ambiente vastissimo, pieno di oggetti, di tanti materiali e strani strumenti. Ci sono pezzi di legno, sassi, argilla, blocchi di  pietre e di marmo, vetri e sabbia. Guardando tutto quel materiale sparso qua e là dice al papà che è un  grande disordinato, ma ora ci pensa lei a sistemare tutto e a rendere quell’ambiente bello, pulito ed accogliente. Il papà si mette a ridere e le dice che tutti i laboratori degli artisti sono caotici come il suo. Da qualche tempo, Agatina nota un cambiamento significativo nel comportamento del papà. Egli è malinconico, irritabile, musone, non è più allegro e  non va nemmeno al lavoro. La bambina vorrebbe tanto sapere cosa succede al suo eroe, al suo forte e muscoloso papà. Forse è malato? Si chiede.  Un giorno Agatina si fa coraggio e decide di parlare con lui e di sapere quale sia la sua pena. Va nel salotto dove papà Aurelio è seduto, si avvicina a lui e lo bacia, lo abbraccia e poi gli chiede perché è triste e come mai non si reca più nel suo amato laboratorio. L’uomo prima sta in silenzio e non risponde nulla, ma quando la sua bambina gli rivolge nuovamente la domanda le parla a cuore aperto.

  • Devi sapere, piccola mia, che un artista per creare le sue opere oltre alla preparazione tecnica ha bisogno soprattutto della creatività e dell’ispirazione. Io purtroppo da qualche tempo non ho più estro creativo, non ho più idee e non posso quindi lavorare.

Agatina cerca di consolarlo: 

  • Cosa dici papà! Tu sei il più bravo scultore del mondo. Molti imitano il tuo stile e tantissimi altri vengono ad ammirare le tue opere. Forse negli ultimi tempi hai lavorato troppo e sei stanco. Basta un po’ di riposo e sono sicura che tutto si rimetterà a posto.

Papà Aurelio pensa che la sua bambina abbia ragione e quindi non deve abbattersi, ma reagire con forza e determinazione.

Decide così di uscire di casa con un rinnovato entusiasmo e, giunto al suo laboratorio, si mette al lavoro. La sua attenzione si rivolge verso un grosso pezzo di marmo ed ecco che all’improvviso l’estro creativo ritorna dirompente. La sua mente si riempie di mille idee. Papà Aurelio subito prende uno scalpelletto e un martelletto e incomincia ad incidere il marmo. Ecco che dopo qualche tempo viene alla luce un viso dolcissimo che ha qualcosa di celestiale. Per giorni e giorni egli  lavora senza risparmiarsi. Man mano che egli procede, la figura che ha nella sua testa prende sempre più forma. Alla fine del lavoro appare una creatura eterea meravigliosa: la Santa Vergine.  

Papà Aurelio rimane sbalordito davanti a quella immagine, si inginocchia e versa lacrime di gioia. Mai in passato aveva creato un’opera sacra. Si apre per lui  così un nuovo campo esplorativo.  Quando Agatina apprende che il papà ha realizzato l’immagine della Madonna, lo prega con insistenza di portarla subito al suo laboratorio perché la vuole ammirare. Mille domande affiorano nella mente della piccina. Si chiede se la statua del suo papà sia bella, se assomiglia a quella che si trova nella chiesa del suo paese. Il papà la conduce al laboratorio per appagare la sua curiosità. Quando egli toglie il velo che copre la statua, Agatina rimane senza parole perché è la più bella opera che il papà abbia mai realizzato. E’  sicura che non esista nel mondo una Madonna più bella di quella. Papà Aurelio è convinto  che quella statua per la sua bellezza debba diventare patrimonio di tutti. Con il consenso del sindaco e l’approvazione anche della figlioletta, la statua viene collocata nella piazza del paese. La Madre di Gesù, con le sue braccia aperte, sembra abbracciare  e proteggere tutti. Ogni persona quando passa di là le rivolge una preghiera. Agatina è fiera ed orgogliosa del suo papà perché è riuscito a ritrovare l’estro creativo e a rinnovarsi. Egli ha creato un capolavoro che resterà nel tempo  a testimoniare la grandezza dell’arte capace di commuovere e suscitare emozioni e sentimenti sublimi.

 

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