I Mestieri che Svolgevano i Papà un Tempo
Con tale progetto che si pone in prossimità della festa del papà (qui trovate il “progetto papà“, nonché i progetti sulla festa del papà rivolti ai bambini di 3-4 e 5-6 anni), vogliamo fare capire ai nostri piccoli che i papà non hanno svolto sempre gli stessi lavori. Già in passato ci siamo occupati dei mestieri e delle professioni dei papà, con progetti rivolti ai bambini più piccoli nonché ai bambini di 5 e 6 anni. e delle professioni e mestieri notturni dei papà. Quest’anno però approfondiremo i mestieri e le professioni che sono scomparsi man mano che la società è progredita a seguito delle scoperte nel campo tecnologico, dell’avvento della rivoluzione industriale e dell’insorgere di nuove esigenze umane e sociali.
Dopo aver letto i racconti “Un papà dal cuore d’oro ” e “Papà Silvano“, poniamo delle domande ai bambini ed invitiamoli a riferire le storie in modo personale.
Prima di iniziare il nostro lavoro invitiamo i nonni ed i bisnonni dei bambini a scuola per ascoltare i loro racconti e rivivere con loro i ricordi della loro infanzia riguardo alla tematica trattata.
Ci sarà qualcuno di loro che ricorderà il bisnonno che riparava le scarpe rotte o bucate dei compaesani. Altri riferiranno che prima non c’erano le sveglie e gli orologi e la gente veniva svegliata dagli svegliatori, i quali avevano il compito di bussare alle porte e alle finestre delle case. Altri ricorderanno che il latte non si trovava come oggi nei supermercati o nelle latterie, ma c’era il lattaio che ogni mattina portava ad ogni famiglia il latte della sua mucca (o mucche) appena munto. Altri racconteranno dell’ombrellaio che riparava gli ombrelli rotti.
I ricordi e i racconti sicuramente saranno tanti.
Sarebbe interessante reperire strumenti ed utensili di questi vecchi mestieri che ormai non ci sono più e sottoporli all’attenzione dei bambini per effettuare riflessioni e confronti con i mestieri di oggi.
I MESTIERI CHE VOGLIAMO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE
I mestieri di un tempo ormai soppiantati da mestieri e professioni nuovi sono tanti, ma noi prenderemo in considerazione i seguenti:
IL CIABATTINO
L’ ARROTINO
IL BANDITORE
IL CARBONAIO
L’ OMBRELLAIO
OBIETTIVO GENERALE
Conoscere alcuni mestieri che svolgevano i papà nel passato
OBIETTIVI SPECIFICI
Conoscere l’importanza di tali lavori
Conoscere i luoghi di lavoro
Conoscere gli attrezzi ed i materiali usati
Conoscere i pregi e i pericoli di tali lavori
Capacità di percepire lo scorrere del tempo
Capacità di intuire il concetto ” dentro – fuori”
Capacità di imitare i gesti che compiono i papà nello svolgere i loro lavori
Intuizione del concetto ” insieme”
Corrispondenza biunivoca
POESIE E FILASTROCCHE
IL CIABATTINO
Tira, tira, ciabattino
il tuo filo, ch’è impeciato
sarà lieto il fanciullino
che la scarpa hai risuolato;
sempre curvo sul bischetto
batti il cuoio col martello
poi lo tagli col trincetto
e lo rendi liscio e bello.
Suole e tacchi, canticchiando,
tu ripari attentamente
e i bambini, saltellando,
te li rompon nuovamente.
Taglia, impecia, tira, batti
Fino a sera senza posa
ma i lavori saran fatti
e sereno poi riposa.
I piedini affonderanno
Nella neve, asciutti asciutti,
ed un grazie ti diranno
di gran cuore, i bimbi tutti.
(E. Minoia)
CIABATTINO FANNULLONE
Lunedì non si lavora;
martedì mancano i chiodi;
mercoledì non c’è più il cuoio;
giovedì manca lo spago;
venerdì, rotto è il deschetto;
solo il sabato un pochino,
picchia e batte il ciabattino.
La domenica, vi pare?
Si ritorna a riposare!
Chi di lui si fiderà,
senza scarpe resterà.
(G. Rodari)
L’ ARROTINO
Arriva l’arrotino
e si ferma ai cancelli
e chiama il contadino
che gli porti i coltelli,
le forbici, le scuri.
Tutti quei ferri oscuri
invecchiati nei campi
ora mandano lampi.
(R. Pezzani)
ARROTINO
O quell’ometto, con quel carretto,
che giri la ruota in quel vicoletto,
che giri la ruota tutto il dì:
pedali, pedali e sei sempre lì!
(G. Rodari)
L’ OMBRELLAIO
Io sono l’ombrellaio
son sempre gaio.
Arrivo con la pioggia
mi metto sulla via
e chiamo a squarciagola
finché mi duole la gola:
donne, uomini e nonnini
portatemi gli ombrellini.
Li riparo con abilità
perché sono un artigiano di qualità.
( Nonna Tina)
IL BANDITORE
Io sono il banditore
che giro in ogni rione.
Sono un uomo acculturato,
faccio invidia a un letterato.
Con tromba e tamburo mi annuncio
e parlo spesso a braccio.
La gente mi aspetta per conoscere le novità
e cosa offre la pubblicità.
Sono l’anima del paese
e con tutti son cortese.
( Nonna Tina)
IL CARBONAIO
Tutto il mio tempo nel bosco lo passo
senza famiglia, sto con me stesso.
Parlo agli uccelli e alle faine
alle lepri e alle sue cugine.
Taglio la legna tutto il santo giorno
poi l’accatasto intorno.
Faccio una cupola come quella della chiesa
ed il fuoco appicco e… poi lunga è l’attesa.
Tutta si brucia e si trasforma in carbone,
energia naturale per tutte le persone.
( Nonna Tina)
INDOVINELLI
Il mio lavoro si svolge nel bosco.
Sono sempre tinto di nero
tanto che non mi riconosco.
Sono nato a gennaio
io sono il … (carbonaio) (Nonna Tina)
……………………………………………………………..
Aggiusto ombrelli ed ombrellini
con la pioggia appaio
io sono … ( l’ombrellaio) (Nonna Tina)
………………………………………………………………..
Sto sempre nella bottega
a battere con il martello,
uso il punteruolo,
chiodini e cuoio.
Faccio e riparo scarpe e scarpine.
Indovina, sono il … ( ciabattino) (Nonna Tina)
…………………………………………………………………………………
Pedalo pedalo tutto il giorno
senza muovermi d’intorno.
Affilo forbici, coltelli e coltellini
io sono … ( l’ arrotino) (Nonna Tina)
……………………………………………………………………………………..
Sono la voce del paese.
Annuncio notizie belle e brutte,
porto con me sempre un tamburo
sono un bravo parlatore
io sono il … (banditore) (Nonna Tina)
CONOSCIAMO IL CIABATTINO
Il lavoro del ciabattino era un lavoro che richiedeva esperienza sul campo. Il ciabattino, infatti, doveva conoscere tutti i segreti del mestiere per poter fare un buon lavoro. Egli doveva conoscere i vari materiali e saper usare correttamente ed in modo appropriato gli strumenti del lavoro. Non era un lavoro redditizio perché raramente realizzava scarpe nuove, ma il suo compito era per lo più quello di riparare scarpe vecchie bucate.
LUOGO DI LAVORO
Il ciabattino lavorava nella bottega che quasi sempre era vicino casa o al piano terra della sua abitazione.
MATERIALI USATI DAL CIABATTINO
Cuoio e pelle
ATTREZZI USATI
Deschetto che era una specie di tavolinetto dove ritagliava la pelle ed il cuoio.
TRINCETTO E COLTELLO = che avevano la lama arrotondata per tagliare il cuoio
LESINE = per preparare le suole
PINZE DA CUOIO = utilizzate per distendere la tomaia sulla forma
CHIODINI E CHIODI
RASPE
PUNTERUOLO
MARTELLO
CONOSCIAMO L’ ARROTINO
Quello dell’arrotino era un lavoro d’artigianato che consisteva nella molatura e affilatura delle lame degli utensili. Il nome di arrotino proviene dal verbo “arrotare” cioè rendere un attrezzo affilato tramite una mole, un disco di pietra abrasiva. I dischi venivano fatti ruotare e l’oggetto da affilare veniva collocato sopra. Questo mestiere era molto duro perché non si svolgeva in una bottega al chiuso, ma all’aria aperta. Egli girava da un paese all’altro e per attirare la gente urlava così: –Donne, donne venite, è arrivato l’arrotino.
Tutti quelli che avevano coltelli, forbici, forbicine, temperini, oggetti da lavoro (aratri, zappe,ecc) accorrevano.
L’arrotino si spostava con una specie di biciclo- carretto che aveva una grande ruota di legno rivestita da un cerchione di ferro. Egli quando si fermava nel posto giusto ribaltava il suo mezzo di trasporto e lo trasformava in un vero laboratorio mobile. Agganciava alla ruota un pedale dotato di diversi snodi collegava la cinghia di trasmissione alla mola e cominciava, con movimenti ritmati,il lavoro sulle lame che tornavano lucenti ed affilate come nuove. Con il passare del tempo il carretto fu sostituito da un furgoncino.
LUOGO DI LAVORO
Nelle piazze di vari paesi e città
STRUMENTI UTILIZZATI
Ruota grande di legno
pedale dotato di diversi snodi
mola
CONOSCIAMO IL CARBONAIO
Anticamente la fonte di energia più diffusa era il carbone vegetale. Esso era usato per scaldarsi, per cucinare e per altri usi. Il mestiere del carbonaio era caratterizzato da fatica fisica, vita all’aria aperta nei boschi ed era inconciliabile con la vita sociale.
Si trattava di un lavoro duro, faticoso, solitario e stagionale. Il carbonaio iniziava il suo lavoro in autunno quando tagliava gli alberi e finiva in primavera quando scendeva il carbone a valle per venderlo. Egli viveva nei boschi, tagliava il legno, lo accatastava, lo trasportava con l’aiuto dei muli in un largo spiazzale dove scavava una buca per preparare la carbonaia. Dato che per quei mesi doveva vivere nei boschi e non poteva scendere in paese dove c’era la sua famiglia, il carbonaio si costruiva un rifugio temporaneo con frasche e rami per ripararsi dalle intemperie e dove riposare un po’ la notte.
COME SI REALIZZAVA UNA CARBONAIA
Il carbonaio sceglieva 5 – 6 pezzi grossi di legna e li disponeva a circolo, lasciava al centro un buco detto “imbucu”.Successivamente metteva altra legna su quella esistente, sempre in forma circolare e creava una specie di cupola. A questo punto egli costruiva intorno alla cupola un muretto di pietre e collocava frasche e foglie secche per accendere il fuoco. Infine chiudeva il buco che si trovava all’apice della carbonaia con una pietra. Il giorno dopo il carbonaio praticava dei fori laterali per fare arieggiare la carbonaia e fare uscire il fumo. Per 5 giorni egli alimentava la carbonaia con altra legna e la sorvegliava 24 ore su 24. Dopo una settimana la carbonaia si abbassava e franava su se stessa ed il carbone era pronto. Il carbonaio con un rastrello estraeva il carbone e poi lo copriva di terra per farlo spegnere. A questo punto egli riempiva i sacchi di carbone e con i carri, gli asini o i cavalli li portava in paese nei luoghi di smercio. Il carbone buono non tingeva le mani, non ungeva e “risuonava.
LUOGO DI LAVORO
Boschi
STRUMENTI DI LAVORO
Scure
Seghe
rastrelli
pala
corbule e canestri
sacchi
zoccoli di legno per passare sopra la terra calda
pentole e stoviglie
CONOSCIAMO L’OMBRELLAIO
Anticamente la gente sia per la mentalità innata del riciclo sia per le cattive condizioni economiche risparmiava su tutto. Quando si rompevano gli ombrelli non si buttavano, ma si facevano riparare dall’ombrellaio.
L’ombrellaio girava soprattutto nelle giornate piovose ed eseguiva il suo lavoro dinanzi alle case dei richiedenti. Egli portava i suoi attrezzi in una cassetta di legno sulla quale sedeva quando svolgeva il suo lavoro che era difficile e lungo da eseguire. Sostituiva bacchette rotte e manici spezzati e li rattoppava se c’erano buchi.
LUOGO DI LAVORO
All’aria aperta dinanzi alle case dei clienti
STRUMENTI DI LAVORO
Pinze
filo di ferro
stecche di ricambio
pezzi di stoffe
aghi
filo
spaghi di vario genere
IL BANDITORE
Il banditore era una figura importantissima nei piccoli centri perché egli non solo informava la gente su quanto accadeva, ma vivacizzava la vita dei paesi. Fino agli inizi del 900 la maggior parte della popolazione era analfabeta, non sapeva né leggere né scrivere per questo molti annunci e notizie importanti venivano proclamati o meglio urlati dai banditori. Il banditore era un dipendente comunale e oltre a diffondere le notizie, le comunicazioni delle autorità, la sospensione temporanea di un servizio pubblico, la data d’inizio dell’anno scolastico svolgeva un altro compito. Egli pubblicizzava i prodotti dei commercianti, ambulanti e degli artigiani che giravano nel paese e, molte volte, veniva pagato da costoro in natura. Il banditore doveva avere molto fiato per urlare a voce alta le notizie e buone gambe perché doveva andare in tutti i punti del paese. Egli assumeva un portamento marziale e si piantava a gambe divaricate in mezzo al crocevia. Il banditore faceva gli annunci nelle ore in cui la gente si trovava in casa, tarda mattinata o tramonto, ed erano preceduti dal suono di un tamburo o di una tromba. Per richiamare l’attenzione della gente urlava: – Sentite, sentite, gente. La gente allora si affacciava alle finestre e ai balconi per ascoltare con attenzione ciò che questi aveva da dire con la sua voce cantilenante.
LUOGO DI LAVORO
La strada
STRUMENTI DI LAVORO
Tamburo
tromba
voce
GIOCHI
DI CHI ERANO?
L’educatrice colloca sulla cattedra degli oggetti o delle foto che rappresentano degli strumenti che utilizzava un papà nel suo lavoro tanti e tanti anni fa. Ad ogni giro si cambiano gli oggetti.
I bambini osservano il tutto e devono dire chi usava quegli strumenti. Al primo che indovina viene attribuito un punto o viene data una caramella.
Chi riesce a realizzare più punti o più caramelle vince.
IMITIAMO I MESTIERI DI UN TEMPO
Un bambino chiamato dall’educatrice deve mimare i gesti per esempio del banditore. Chi indovina per primo il personaggio mimato dal compagno prende il suo posto ed imita un altro mestiere, altrimenti continua il gioco il conduttore.
ATTIVITA’ MANIPOLATIVE E COSTRUTTIVE
I PAPA’ E I LORO MESTIERI
Mettiamo a disposizione dei bambini materiale di recupero: cartoni, rotoli di carta igienica, sughero, ecc … e lasciamoli liberi di rappresentare i mestieri dei papà del passato.
Eccone alcuni
REGALINO PER I PAPA’
PAPA’ REALIZZATO CON CORDA ANIMATA
Con un filo di ferro realizziamo la sagoma del papà. Avvolgiamo intorno al filo di ferro la corda animata. Abbelliamo la figura ottenuta con cravatta e cappellino. Accompagniamo il regalino con un bigliettino di auguri e la poesia che i bambini hanno appreso.
POESIA
AUGURI PAPA’
Mio carissimo papà
voglio dirti una poesia
che nel cuore chiusa stia.
Cinque son le parole
della piccola poesia,
è davvero tutta mia.
Io ti voglio tanto bene.
La poesia è tutta qua,
ti può togliere le pene,
ti può dar felicità.
( tratta da: “Raccogli idee” Edizioni Tresei Scuola)