Giustino e il Suo Segreto

On 27 giugno 2017 by Nonna Tina

Giustino è un contadino che vive in un bel paese dove il verde non manca. Egli vicino casa, proprio sul retro, possiede un  grande orto e lì si diverte a piantare e a vedere crescere gli ortaggi. Egli ha, però , un debole per i cocomeri. Infatti quando arriva Fata Estate nel suo orto spuntano tantissimi cocomeri di un bel verde brillante. Giustino è prodigo di cure e riserva ai cocomeri tante attenzioni. Li coccola come se fossero figli suoi. Spesso lo si vede inginocchiato vicino a loro che conversa. I paesani dicono, con cattiveria, che egli forse conosce il linguaggio dei cocomeri e ridono di lui, considerandolo un tipo strano.  Giustino, a volte, ride di gusto. Chissà i cocomeri cosa gli raccontano di così divertente! Molti curiosoni vorrebbero tanto saperlo e muoiono dall’invidia per questo mettono in giro tante dicerie sul suo conto, ma Giustino non se ne cura affatto, perché in parte, quello che dicono i suoi compaesani corrisponde al vero.        

 Egli effettivamente conosce il linguaggio dei cocomeri fin da quando era bambino. Un giorno era andato in campagna dal nonno e  si era fermato nell’orto ad osservare le verdure, i cocomeri e i meloni che il nonno aveva coltivato. Ad un  tratto aveva sentito una vocina squillante che lo chiamava e lo pregava di fermarsi accanto a lui. A dire la verità, egli si era talmente impressionato ed impaurito che gridando era scappato via a gambe levate e si era rifugiato tra le braccia del nonno. Il nonno l’aveva tranquillizzato, dicendogli: – Piccino mio, ti posso assicurare che nel mio orto non c’è nessuno e le verdure ed i cocomeri non parlano di sicuro. Ti sarai inventato tutto. Giustino l’indomani si recò di nuovo nell’orto per andare a raccogliere dei rossi pomodori perché il nonno voleva preparargli una bella insalata. Appena giunse lì si guardò attorno. Sembrava tutto normale. Quando, però, sfiorò un cocomero inavvertitamente si sentì apostrofare così:-Stai attento! Mi hai pestato e mi hai fatto male. Dove hai gli occhi? Giustino si guardò intorno  spaurito e si chiese di chi fosse quella voce.

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All’improvviso si sentì tirare la maglietta e con sua grande meraviglia vide il cocomero che aveva pestato che aveva delle lunghe braccia e delle mani affusolate. Non solo, ma anche una bocca, un  nasone e degli occhi grandissimi. Guardandolo bene quel cocomero gli sembrava la faccia di un bambinone. Il cocomero gli disse di non avere paura di quanto stava accadendo, perché lui era un bambino speciale, per questo lo  poteva vedere sotto quelle sembianze, ma la cosa più straordinaria era che lui aveva la capacità di capire il suo linguaggio. Questo era un dono riservato a pochi, gli assicurò il cocomero. Solo a quelle persone che possedevano una spiccata sensibilità. Giustino non disse nulla al nonno di quanto gli era accaduto quel giorno nell’orto, perché temeva che lo prendesse per matto. Tenne per sé quel segreto e non lo rivelò mai ad anima viva. Egli crescendo dato che amava tanto la terra e la natura decise di fare il contadino come il nonno. Il suo stupendo dono lo accompagnò sempre durante la sua vita. Quando coltivava i cocomeri era pieno di emozione perché essi diventavano poi suoi amici.  Gli raccontavano storie bellissime e tutto ciò che accadeva nell’orto. Gli dicevano che spesso i pomodori  bisticciavano con le fragole perché sostenevano che il loro colore rosso era più bello e brillante del loro. Che la cipolla aveva dei battibecchi con l’aglio perché secondo il suo parere la massaia preferiva e amava lei. Il basilico affermava che lui era il più profumato di tutte le erbe aromatiche che crescevano nell’orto e le sue parole scatenavano sempre un putiferio. Le zucche si lamentavano perché era riservato loro poco spazio e vivevano male in quel luogo angusto.  Giustino dal canto suo parlava ai cocomeri delle sue pene, dei suoi sogni, delle sue speranze, della sua solitudine e, spesso chiedeva loro dei consigli dato che aveva compreso che quei frutti erano veramente saggi. Egli non si sentiva più solo con loro. Era felice di averli come amici, anche se per il solo periodo estivo, perché erano sinceri e gli volevano molto bene a differenza dei suoi compaesani che non lo comprendevano, lo deridevano e lo sfuggivano, considerandolo un matto solo perché parlava con i suoi cocomeri. Se si comportavano in quel modo, pensava Giustino, essi non sapevano che le piante  erano creature viventi e per crescere al meglio avevano bisogno come i bambini non solo di cure, ma soprattutto di tantissimo amore. Tutto ciò egli l’aveva ben compreso fin da quando era bambino. Per questo Giustino amava tutte le piantine e soprattutto quelle dei cocomeri con tutto il suo cuore. Per  farle crescere belle, rigogliose e felici egli appunto dialogava con loro e, spesso ascoltavano insieme della musica meravigliosa che  li conduceva in mondi magici e misteriosi.

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