Il Fantasmino Mortadella
Nel paese di Biancaluna, nella parte più alta, si erge maestoso un vecchio maniero, appartenente ai conti di Mondoro. Qui, tra queste mura, si aggira da sempre un fantasmino di nome Mortadella. Egli trascorre quasi tutto l’anno in completa solitudine. Solo in estate, per un breve periodo, il conte Bernardo e la sua famiglia trascorrono le vacanze al castello, tenendogli compagnia. Essi ormai sono abituati alla sua presenza e anche ai suoi scherzetti e dispettucci. Mortadella è come un bambino capriccioso, giocherellone, gioioso e burlone. Si diverte un mondo a fare sparire oggetti e vestiti, a fare volare suppellettili, tavoli, sedie e altri arredi. Quando tutti gli abitanti di Biancaluna vanno a dormire egli si alza dal suo lettino e canta a squarciagola, senza preoccuparsi di svegliare quelli che sono già addormentati. Entra in cucina e prende la scopa che si trova dietro la porta e recita così: Io sono il fantasmino Mortadella, dormo di giorno e la notte veglio. Ballo il tango e la macarena con la dama più bella.
La scopa, sentendo quelle parole, come per magia si anima, si muove con grazia e fluttua nell’aria al suono di una dolce musica. E’ facile, da lontano e al chiarore della luna, scambiarli per due innamorati che ballano abbracciati.
Mortadella cambia umore con grande facilità: dalla gioia passa alla tristezza e viceversa. Quando si sente solo nelle lunghe e freddi notti invernali ascolta la musica ad alto volume e si scatena nel ballo. Produce rumori strani, assordanti ed insopportabili utilizzando corde, catene e altri oggetti, da fare trascorrere notti insonni agli abitanti del paese. Il suo più grande divertimento consiste nel tirare le orecchie o le code ai cani. I poveretti, per sfuggire a questa tortura, cercano scampo in segreti rifugi, ma il fantasmino riesce a scovarli ovunque. Si odono allora i loro latrati in lontananza che sembrano pianti di bimbi. Mortadella vorrebbe tanto un amico vero, ma sa che ciò è impossibile perché nessuno vorrebbe stare solo con lui di notte e parlare. Parlare poi… di cosa? Egli non sa nulla del mondo e dei suoi abitanti perché ha vissuto e vive sempre chiuso in questo castello e la cosa più strana è che tutti hanno paura di lui. Sì, proprio di lui che gli abitanti non conoscono affatto! Se lo conoscessero saprebbero che non farebbe male nemmeno ad una mosca.
Una notte avviene una cosa veramente insolita. Mortadella vede avvicinarsi al castello un gruppetto di non più di cinque ragazzi. Essi, con agilità, scavalcano le mura di cinta ed entrano nel castello attraverso una finestra aperta. Tremano dalla paura e uno di loro vorrebbe tornare indietro.
- Vi saluto amici!
Abbiamo fatto una pazzia a venire qui. Cosa facciamo se arriva il fantasmino?
Io ho tanta paura e anche il buio che c’è in questo castello non mi fa sentire tanto tranquillo.
- Non fare il pirla. Lo sai che se non superiamo questa prova di coraggio non possiamo entrare a fare parte del gruppo degli “Spericolati” e tutti ci rideranno dietro per tutta la vita.
Ci chiameranno fifoni e ci eviteranno.
I ragazzi fanno luce con delle pile e aprono le porte delle varie stanze per vedere che cosa contengano di bello. All’improvviso alle loro spalle appare Mortadella che, in un primo momento, vorrebbe spaventarli a morte, ma poi ci ripensa.
Un ragazzino esclama dopo averlo visto riflesso in uno specchio che si trova davanti a lui:
- Guardate! Ecco il fantasmino.
- Dov’è, dov’è! Urlano in coro i fanciulli.
- Là, dietro le nostre spalle! Giratevi e lo vedrete.
I ragazzi vorrebbero scappare da lì, ma sembrano inchiodati al pavimento tanta è la paura.
Mortadella sorride e li rassicura dicendo loro che egli è un fantasmino buono e non vuole fare male a nessuno. Se loro hanno piacere vorrebbe tanto giocare con loro e godere della loro compagnia dato che sta sempre solo. I ragazzini, ascoltando quelle parole, si rincuorano e chiacchierano e giocano con lui fino al mattino per farlo contento. Essi, prima di andare via, scattano delle foto con il telefonino non solo al castello, ma anche al fantasmino per dimostrare ai membri del gruppo degli “Spericolati” che sono andati veramente in quel luogo tanto temuto. Mortadella è felice di avere trovato degli amici che lo accettano così com’è.
Tra il fantasmino e quel pugno di ragazzi nasce una vera e profonda amicizia. Si incontrano spesso, si scambiano idee ed inventano giochi sempre nuovi per divertirsi. Mortadella è molto bravo a raccontare storie e ad inventarne e i ragazzi rimangono a bocca aperta quando l’ascoltano. Nessuno ora ha più paura di lui e tutti gli voglio bene. Se non ci fosse lui il paese di Biancaluna perderebbe quell’aria di mistero che fa accorrere tanti turisti anche da luoghi lontani per vedere nelle notti stellate proprio lui: il fantasmino Mortadella.