Il Povero Presepe
Il Natale è ormai alle porte e la maestra Gisella parla ai suoi alunni dell’importanza di questa festa e dei segni che la caratterizzano. Dopo di che, chiede ad ognuno di loro se nella propria casa c’è l’abitudine di allestire il presepe o l’albero. Alcuni alunni affermano che amano fare l’alberello di Natale con le palline, i fili dorati ed argentati, le luci. Altri,invece,preferiscono fare il presepe, perché rappresenta meglio la natività di Gesù,infatti l’albero è una tradizione pagana. Nora soltanto non dice nulla,chiusa in un muto silenzio. La maestra le chiede cosa preferisca a Natale se l’albero o il presepe. La piccola tace e dopo l’insistenza dell’insegnante si mette a piangere. La signora Gisella è sconcertata, non riesce a capire il comportamento della piccola. Si avvicina, la stringe a se’ e la consola. Nora allora dice sottovoce che a casa sua sono ormai tanti anni che non si fa nulla,perché il papà è malato e non lavora. La mamma coltiva qualcosa nei campi e vende di tanto in tanto qualche prodotto della terra. Riesce a guadagnare pochi soldini che bastano a malapena a comperare il necessario per vivere. Ella ha sempre desiderato avere nella sua casa un bel presepe con tanti pastori,casette, animaletti,la grotta con Gesù,la Madonna e San Giuseppe,ma è rimasto sempre e soltanto un sogno. La maestra e i compagni quest’anno decidono di realizzare il sogno di Nora. Ognuno con tacito accordo l’indomani porta a scuola quello che può, prendendolo dal suo presepe. Chi porta un pastorello,chi un animaletto,chi un angelo,chi la Madonna,chi San Giuseppe. Essi costruiscono,poi a scuola, con l’aiuto della maestra, delle casette col cartone, che successivamente dipingono. Alcune di queste le danno a Nora per arricchire il suo presepe. Nora è al settimo cielo per la contentezza. Si reca poi nel bosco con delle amiche a raccogliere il muschio e una volta tornata a casa prende nel granaio delle cassette vuote di legno dove il papà prima di ammalarsi riponeva la frutta del suo frutteto. Le porta in cucina e le pone in un angolo. Ricopre le cassette con il muschio ed infine dispone qua e là i pastorelli, le casette e gli animaletti avuti in dono.
Al centro pone la grotta fatta con una scatola di scarpe e dentro vi colloca la Madonna e San Giuseppe. Cerca infine Gesù Bambino e si accorge con disappunto che non c’è nella busta che le hanno dato i compagni di scuola, sicuramente nessuno ne aveva due per potergliene regalare uno.
-Come farò la notte di Natale quando nascerà Gesù? Cosa metterò nella mangiatoia? Non posso comperare la statuetta di Gesù perché in tasca non ho nemmeno un centesimo. Nora si dispera tantissimo. All’improvviso le viene un’idea. Prende un cartoncino,una matita, i colori e il suo libro di lettura dove c’è un’immagine di Gesù Bambino e cerca di copiarla. Dopo aver disegnato il Bambinello lo colora. E’ così bello e perfetto che le riesce difficile credere che lo abbia fatto proprio lei.
Dopo di che lo conserva nel suo comodino. La notte di Natale quando le campane della chiesa del suo paese suonano a festa per annunziare la nascita del Redentore, Nora depone nella mangiatoia della grotta del suo povero presepe quel Bambinello che lei ha disegnato con tanto amore.
Fissandolo la piccina si accorge ad un certo punto che l’immagine ha preso vita, di fronte a lei c’è un bambino vero in carne ed ossa, che muove i piedini e le manine.
Gesù Bambino le fa dei cenni per indicarle di avvicinarsi. Nora commossa si accosta alla grotta,si inginocchia
e prega il piccolo Gesù di ridare la salute al suo papà. Il Bambinello le sorride con tanta dolcezza. La bambina è sicura che l’ascolterà, perché Lui può tutto. Quella notte di Natale accade veramente un miracolo. Il papà di Nora si alza dal letto e chiede di mangiare qualcosa. La febbre come d’incanto è sparita e così tutti I sintomi della sua malattia.
In poco tempo si riprende e ridiventa l’uomo forte e allegro di prima.
Ritorna al suo lavoro nei campi e la famigliola migliora il suo tenore di vita. Ora Nora può avere anche quelle cose che ha sempre desiderato. Negli anni successivi Nora ha realizzato tanti bei presepi con tanti pastori,casette, animaletti,ma nel suo cuore è rimasto sempre il ricordo di quel povero presepe fatto grazie alla generosità dei suoi compagni di classe, che si sono privati di qualcosa, per regalarla a lei,permettendole così di realizzare il suo sogno.