Alessandro ed i Suoi Nuovi Amici
Alessandro è un bambino che frequenta l’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Oggi la giornata scolastica per lui è lunga, perché vorrebbe tornare al più presto a casa e raccontare ai suoi cari la bella novità. Questa mattina sono arrivati nella sua sezione dei bambini stranieri. Uno di questi si chiama Song ed è un bambino cinese con degli occhi a mandorla bellissimi. Un altro si chiama Habib e proviene dalla Somalia e poi c’è Asima, una bambina egiziana. Essi se ne stanno per tutto il tempo silenziosi e timorosi, sentendosi spaesati. Solo al momento di giocare essi si animano un po’ e si rasserenano. All’ora del pranzo, quando Alessandro ed i suoi compagni prendono posto ai tavolinetti della mensa scolastica, i nuovi arrivati scoppiano in un pianto dirotto. Le maestre sono preoccupate e cercano di capire il perché di quel loro strano comportamento. La cuoca Lucilla con parole gentili, dopo aver messo nei loro piatti gli spaghetti al pomodoro, li invita a gustarli. I bambini stranieri guardano il piatto con disgusto e la bambina egiziana dice no, muovendo il suo ditino indice e la testolina. Dopo un po’ afferma:- No, vermiattoli.
Tutti i bambini si mettono a ridere e fanno capire ad Asima che la parola esatta è vermiciattoli e non vermiattoli. I tre bambini stranieri restano per quel giorno digiuni, rifiutando il cibo. Alessandro chiede alle maestre come mai quei nuovi compagni non vogliano mangiare. Le educatrici spiegano:- Si rifiutano di pranzare perché non conoscono i nostri cibi.
Marco, un bambino molto sveglio, interviene e dice alle maestre che la cuoca potrebbe preparare per loro i piatti tipici della loro terra. La cuoca, sentendosi chiamare in causa, esclama tutta adirata:- Cosa dici piccolino! Io so cucinare solo pietanze italiane della nostra cultura e non so preparare né cibi cinesi né somali né egiziani. Alessandro allora, dopo avere meditato un po’, esprime ad alta voce un suo pensiero:- Signore maestre, perché non invitiamo a scuola le mamme di questi bambini a cucinare i loro cibi preferiti?
La cuoca protesta e afferma che non è una buona idea perché nella sua cucina non può entrare nessuno all’infuori di lei. E’ necessario attenersi a delle precise regole. Prima di tutto, bisogna preparare i cibi nel modo più sano possibile, inoltre è necessario rispettare le norme igienico – sanitarie. Col passare dei giorni, Alessandro nota che i nuovi arrivati cominciano ad apprendere delle parole in italiano e ora sono più aperti verso gli altri. Molte volte per comunicare si servono ancora dei gesti, non padroneggiando appieno la lingua. Essi però continuano a rifiutare le pietanze che la cuoca Lucilla prepara per tutti i bambini della scuola con tanto amore. Le maestre e la cuoca, vista la situazione, decidono di riconsiderare il suggerimento del piccolo Alessandro e così, con il consenso del dirigente scolastico, invitano a scuola le mamme dei bambini stranieri.
- Signore, siete disposte a preparare a turno qualche vostro piatto tipico per i vostri figlioli e per tutti i loro compagni di sezione? Chiedono loro le maestre.
Le mamme accettano ben volentieri e si stabilisce che un giorno si preparerà un piatto tipico cinese che dovranno mangiare tutti i bambini della sezione dei grandi. Un altro giorno si cucinerà un piatto somalo, un altro giorno ancora un piatto egiziano ed, infine, uno italiano. In questo modo i bambini assaporeranno sapori nuovi, percepiranno odori diversi e vedranno cibi variamente colorati. In altre parole i bambini conosceranno tramite la cucina le varie culture. Essi potranno fare dei confronti, mettere in evidenza le differenze e le somiglianze. Alessandro ed i compagni non stanno più nella pelle perché hanno il permesso di entrare in cucina ed assistere alla preparazione dei piatti tipici dei Paesi dei loro nuovi amici. Col passare del tempo la cuoca Lucilla, sotto la guida delle mamme, apprende tutti i segreti delle loro cucine e da semplice cuoca ella si trasforma in un vero chef, capace di procedere da sola nella preparazione di tutti i cibi. Il menù adottato a scuola fino a quel momento cambia, arricchendosi di piatti etnici e non più solo italiani. L’iniziativa ha talmente successo che viene adottata anche dalle altre scuole che accolgono bambini stranieri. Alessandro fa sapere a tutti che quella idea è partita proprio da lui e, ricevendo lodi e complimenti, si sente orgoglioso e fiero di se stesso.