Giacomino
Ai piedi di una ridente collina sorge il paesino di Castellino. Esso è circondato da un bosco incantevole che in ogni stagione dell’anno, ma specialmente in estate, è meta di turismo. Vivono felicemente in questo bosco tanti animaletti, come lo scoiattolo, il ghiro, la volpe e tanti uccellini che rallegrano tutti con i loro voli e i loro canti. Un nefasto giorno gli abitanti di Castellino distruggono quella meraviglia, buttando i rifiuti in questo bellissimo posto. A poco a poco esso si trasforma in una vera e propria discarica.
Gli abitanti del bosco scappano a gambe levate quando quel luogo diventa invivibile per l’aria malsana e per certi odorini insopportabili. Il bosco così assume un aspetto squallido e silenzioso, perdendo quei suoi bellissimi colori che incantavano tutti. Un giovane di nome Giacomino, molto buono e sensibile, soffre tanto nel vedere il suo bel bosco ridotto in quel misero stato e pensa in cuor suo di dover fare qualcosa per salvarlo e riportarlo agli antichi splendori, ma non sa cosa.
Una sera, guardando dalla finestra della sua casa, il giovane nota delle luci nel bosco, incuriosito corre a vedere cosa stia succedendo. Al centro del bosco vede degli omini che portano in testa dei cappelli come quelli dei minatori con sopra delle lucernine. Giacomino si nasconde dietro un albero per non essere visto da quegli strani personaggi e li osserva attentamente. Gli omini cercano tra i rifiuti e poi riempiono dei sacchi con alcuni oggetti e materiali accatastati lì. Se li caricano sulle spalle e via. Arrivati vicino ad un enorme albero pronunciano delle parole: -Alabì- alabì, apriti qui!
Con grande meraviglia di Giacomino, dal tronco dell’albero si apre una porticina. Gli omini, come un fulmine, vi si infilano uno dietro l’altro e scompaiono alla sua vista. La porticina con un tonfo si richiude alle loro spalle.
-Dove sono andati a finire gli omini? si chiede il giovane.
Si avvicina allora all’albero e pronuncia le stesse parole pronunciate prima dagli omini. La porticina si apre come d’incanto. Giacomino, una volta entrato, si ritrova in un buio pesto, rischiarato solo in lontananza da un filino di luce. Egli si incammina verso quel chiarore, ma all’improvviso inciampa contro qualcosa e cadendo provoca un gran fracasso. Gli omini, che altro non sono che gnomi, accorrono subito e, dopo averlo aiutato a rialzarsi, gli chiedono come abbia fatto ad arrivare fino a lì. Giacomino si scusa con loro per l’intrusione. Dopo di che, racconta loro che è stata la curiosità a spingerlo a seguirli. Il giovane si trova nel mondo magico in cui abitano quegli strani gnomi. Viene invitato dagli omini ad entrare in un grande stanzone dove ci sono ammucchiati tanti rifiuti: bottiglie di plastica, lattine, ferri vecchi, stracci, scatolette, vetri e tante altre cose. A Giacomino viene spontaneo chiedere a quegli omini perché abbiano raccolto nel bosco tutti quei rifiuti e portati lì sotto. Gli gnomi sorridono e dicono al giovane che gli uomini sono stolti perché non hanno capito che essi sono un vero tesoro più prezioso dell’oro. Giacomino in principio non riesce a capire il senso delle parole degli omini.
Ma quando vede su un lungo tavolo tanti oggettini belli, scintillanti ed originali il giovane capisce quello che volevano dire gli omini. Essi avevano inventato l’arte del riciclaggio. Il giovane viene ospitato per alcuni giorni e così ha il tempo di apprendere tutti i segreti di quella nuova arte. Dopo di che, ritorna a casa sua con un sacco pieno di rifiuti che ha raccolto nel bosco.
Prende gli oggetti e li divide in base al materiale di cui sono composti e li colloca in vari scatoloni. Li porta poi nel magazzino della sua casa e si mette subito al lavoro con entusiasmo e gioia. Man mano che passano i giorni quei rifiuti si trasformano nelle mani di Giacomino in oggetti belli ed originali. Il giovane decide di trasformare quell’arte in un mestiere per vivere. Egli apre un piccolo negozietto dove mette in bella vista le sue opere. La gente è incredula quando apprende che quello splendido vaso colorato non è altro che una bottiglia di plastica ritrasformata. Quella macchinina o quel trenino sono fatti con ferro vecchio, quei fiori artificiali con calze di nailon e quei pupazzi con vestiti vecchi. Le persone, spinte dalla curiosità, si recano numerose nel negozietto di Giacomino per vedere le sue opere.
Gli abitanti di Castellino, vedendo i bei lavori nel negozio di Giacomino, capiscono che sia giusto dare una seconda possibilità di vita alle cose. Così, con l’aiuto del ragazzo, organizzano dei turni per ripulire il bosco dai rifiuti. I rifiuti vengono quindi raccolti e differenziati e con essi si realizzano oggetti più belli degli originali, perchè frutto della fantasia e della creatività.
Giacomino è soddisfatto di quanto di bello la sua iniziativa ha provocato: i rifiuti hanno smesso di imputridire il bosco e hanno reso ricco ed evoluto il suo paese.