Mago Inverno
Stamattina Mago Inverno si è alzato di buon’ora, dopo essersi concesso un bel bagno caldo e un’abbondante colazione, si veste in tutta fretta. Guarda poi l’orologio d’oro che tiene nel taschino della sua giacca e si accorge con sgomento che deve correre se vuole arrivare in orario al suo appuntamento. Egli,infatti, il ventuno dicembre di ogni anno deve dare il cambio a Mago Autunno e governare il mondo per un tempo breve.
Prima di uscire di casa, Mago Inverno si infila un paio di stivaloni neri lunghi, che gli arrivano fino alle ginocchia. Passando poi vicino all’attaccapanni, posto dietro la porta di casa, afferra un ampio mantello, simile a quello di Zorro, con la differenza che il suo è di colore bianco e vi si avvolge tutto. Mette sulla testa un cappellaccio grigio di lana con alla punta un particolare pompon, che tintinna come una campanella ad ogni suo movimento. Mago Inverno è un vecchietto arzillo e pieno di vitalità. Sulla sua faccia bella tonda spiccano due occhi piccoli, ma vivaci e vispi e un nasone, la cui punta è eternamente rossa da sembrare un peperone. Il suo viso è incorniciato da capelli bianchissimi, lunghi, ritti come spaghetti, che diventano argentati quando vi si posa la brina e aghi di cristallo se ricoperti dal gelo. Il nostro vecchietto, prima di uscire di casa, si dà una guardatina allo specchio per accertarsi di essere sufficientemente in ordine. Infine afferra al volo un grande sacco, se lo butta sulle robuste spalle ed esce di casa, chiudendo poi la porta dietro di se’. Appena fuori egli si chiede come raggiungere in fretta la terra. All’improvviso vede passare una grossa nuvola somigliante ad un cavallo alato, l’afferra senza indugio e vi si siede sopra a cavalcioni.
In un batter d’occhio arriva a destinazione accompagnato da tuoni e saette e preceduto dalla tramontana. Una volta a terra tutto contento si rimbocca le maniche e, sfregandosi le mani, esclama:
- Che bello! Ora spetta a me dare un tocco a questo mondo!
Vedendolo all’opera con tanto entusiasmo ed energia nessuno penserebbe sia poi così vecchio.
Mago Inverno prende il suo grosso sacco che ha dietro la schiena, lo poggia al suolo, lo apre. Vi chiederete sicuramente cosa ci sia di bello. Tutti ormai lo sanno, contiene tanti brutti doni: gelo, neve, freddo, vento, pioggia, giorni brevi e senza sole, notti lunghe e senza stelle, cieli bigi.
Il nostro nonnino resta per alcuni minuti pensieroso perché non sa quale dono sia meglio prendere per primo. Proprio in quel momento passano vicino a lui dei bambini ed alcune persone che lo pregano di prendere la tanto desiderata neve, la soffice neve, per potersi divertire sciando.
Mago Inverno li accontenta subito. La notte, quando tutti dormono, prende dal suo sacco a piene mani mille e mille farfalline bianche e le lancia nell’aria. Esse volteggiano leggere e dopo una dolce danza si posano piano piano con eleganza su ogni cosa. Tutto diventa candido, bianco e scintillante. La terra è un vero incanto!
La mattina, però non tutte le persone gradiscono tale dono perché non riescono a svolgere le usuali occupazioni, in quanto le strade sono diventate impraticabili, ghiacciate e pertanto pericolose. Mago Inverno con il suo passo agile (grazie ai suoi stivaloni che sono magici, simili a quelli del”Gatto con gli stivali”) visita ogni angolo della terra per portare ovunque i suoi doni. Durante i suoi spostamenti si imbatte in una grande foresta e rimane rattristato di fronte a uno spettacolo inaspettato. Qui gli alberi sono tanto magri e pallidi da sembrare malaticci. Ad un tratto ode uno strano bisbiglio:
- Psi,psi,psi…
Il vecchietto volge il suo sguardo tutt’intorno e non scorge nulla. Successivamente osservando meglio nota in lontananza un albero maestoso, che di anni deve averne tanti, che gli rivolge strani cenni, muovendo i suoi rami. Mago Inverno con la velocità di un baleno si avvicina a lui e gli chiede cosa desidera.
L’albero con tanta sofferenza gli apre il suo cuore :
- Noi alberi siamo molto tristi perché al tuo arrivo, caro nonnino, tutti rimangono nelle proprie case al calduccio per il troppo freddo e nessuno viene a trovarci qui nel bosco.
Il nonnino si dispiace nel sentire quelle parole e assicura che lui non ha mai avuto l’intenzione di farli soffrire. Comunque per rimediare e farsi perdonare decide di offrire a quegli alberi un dono speciale. Tira fuori dal suo sacco tanti fili di gelo e con un ago realizza tante trine e merletti così belli che nemmeno una ricamatrice esperta sarebbe in grado di fare. Con questi ricami orna i rami e le chiome degli alberi.
Che spettacolo! Che trasformazione!
La foresta diventa un mondo magico e gli alberi delle creature bellissime con quei vestiti scintillanti ed eleganti. Subito si sparge la voce di questi alberi così belli e nonostante il freddo, la gente accorre in tutta fretta nella foresta per ammirarli. Ora gli alberi sono felici e ringraziano tanto Mago Inverno che riprende il suo cammino con animo più leggero.
Egli giunto in un bosco si accorge che tutti gli animaletti scappano via appena lo scorgono,pieni di paura e si rinchiudono nelle loro tane.
Il nonnino resta sorpreso e non si sa spiegare quello strano comportamento. Riesce con le sue grandi mani fredde a prendere un piccolo scoiattolo che non ha fatto in tempo a raggiungere il suo nascondiglio. La bestiolina con sguardo supplichevole prega Mago Inverno di non fargli del male e di lasciarlo tornare dalla sua mamma. Il nostro nonnino gli spiega che non ha nulla da temere perché lui vuole bene a lui e a tutti i suoi amici. Egli chiede al piccolo perché tutti gli animaletti hanno tanto timore di lui. Lo scoiattolino con tanta sincerità e spontaneità, tipica della giovane età, gli riferisce che tutti sono convinti che lui sia un tipo malvagio, perché con il suo freddo e il suo gelo potrebbe trasformarli in tanti ghiaccioli. Mago Inverno scoppia in una fragorosa risata e assicura allo scoiattolino che lui non farebbe mai una cosa del genere, perciò può dire ai suoi amici che possono stare tranquilli. Egli lascia libero lo scoiattolino e continua il suo giro. Si ritrova improvvisamente in una campagna con un aspetto malinconico. Immediatamente il nostro nonnino tira fuori dal suo sacco tante goccioline di rugiada che con il freddo gelido della notte si trasformano in brina. La campagna sembra vestita a festa con tanti gioielli e luccicanti perline. La mattina seguente però i contadini lo maledicono e gli rivolgono tante parole cattive, perché le loro pianticelle sono tutte gelate e tutto il loro lavoro è andato in fumo. Mago Inverno si rende conto che quest’anno è stato più rigido e severo degli altri anni e allora per farsi perdonare da tutti tira fuori dal suo sacco a sorpresa prima la festa di Natale, poi la Befana ed infine il Carnevale, la festa più amata dai bambini.
Egli ha ormai terminato il suo tempo e così si avvia mestamente verso casa con il suo sacco vuoto. Si gira per dare un ultimo saluto al mondo e rimane stupito perché tante persone lo salutano e gli gridano:
- Arrivederci Mago Inverno, ritorna presto,noi ti aspettiamo.
Una lacrimuccia gli scorre sul viso, ma non di dolore, di pura commozione.