Un Papà Eroe
Stefano, come tutti i bimbi, oltre alla mamma, ha un papà meraviglioso che lo ama tanto, gli rivolge mille attenzioni, lo ricopre di coccole e gli dedica molto del suo tempo. Stefano, dal canto suo, ricambia l’affetto con la stessa intensità. Egli ammira il suo papà e lo considera un modello da imitare. Stefano afferma con convinzione che da grande vuole assomigliare in tutto e per tutto al suo adorato papà Antonino che è bello, simpatico, giovane e forte.
Egli va sempre in palestra perché tiene al suo fisico e alla sua salute. Il lavoro che svolge richiede non solo coraggio, prontezza di riflessi, ma soprattutto un corpo agile, quasi come quello di un acrobata o di un equilibrista. Stefano è piccolo e non riesce a capire ancora in che cosa consiste veramente il lavoro del suo papà. Egli pensa che sia un lavoro bello e divertente solo perché Antonino se ne va in giro con un camioncino rosso e quando aziona la sirena tutte le auto si fermano per lasciarlo passare. A Stefano piace tanto quel suono! Il bambino crede che il suo papà sia una persona importante per il solo fatto che tutti gli lasciano la strada libera. Il papà di Stefano è un pompiere. Egli svolge un lavoro pericoloso che richiede tanto coraggio. Un giorno Stefano vede alla televisione un’immagine sconvolgente: un intero palazzo è avvolto dalle fiamme. C’è gente che urla, che chiede aiuto. Qualcuno chiama i pompieri ed ecco che essi arrivano sul posto in pochi minuti. Il bambino riconosce tra quegli uomini il suo papà. Egli lo chiama, sperando di poter essere sentito al di là dello schermo. I vigili del fuoco, senza perdere tempo, prendono delle scale e le pompe dell’acqua per spegnere l’incendio. Dopo di che mettono in salvo le persone in pericolo. Papà Antonino chiede se nel palazzo siano rimaste altre persone. Ad un tratto si sentono delle urla:- Per carità, salvate il mio bambino!
In un appartamento all’ultimo piano c’è ancora un neonato che dorme nella sua culletta. Il papà di Stefano subito, con l’aiuto di una corda abbastanza consistente, si lascia cadere nella stanza del piccolo attraverso una finestra. Tutti gli dicono di non entrare perché le fiamme hanno avvolto tutto ed il fumo sprigionato è insopportabile e rischia di soffocarlo. Antonino non ascolta nessuno, in quel momento pensa al suo bambino e lui che è un papà non può non fare un tentativo per salvare quel povero bimbetto. Sprezzante del pericolo, si butta tra le fiamme. Si copre il naso e la bocca con un fazzoletto e riesce a raggiungere in tempo la stanza del bimbo. Pochi minuti ancora e il fuoco avrebbe raggiunto la culla del neonato. Papà Antonino prende in braccio il piccino, se lo stringe al petto e tenendosi alla corda scende giù dalla finestra. I presenti gli battono le mani e la mamma del piccolo lo ringrazia in lacrime. Tutti gli dicono che è un eroe. Stefano solo ora capisce che il lavoro del suo papà non è divertente come lui pensava, ma pericoloso. Egli mette continuamente in pericolo la sua vita per salvare quella degli altri. Il bambino è fiero di avere un simile papà. Ora più che mai è convinto di voler seguire le orme paterne e da grande spera con tutto il suo cuore di diventare un pompiere bravo e generoso come il suo papà e di salvare tante vite umane.