Papà Anno e i suoi 12 Figli
Papà Anno è un uomo molto buono ed affettuoso anche se per il suo aspetto imponente dà l’impressione di essere severo e poco espansivo. Egli ha una famigliola numerosa e le preoccupazioni di certo non gli mancano. Fare da papà a dodici ragazzi non è una cosa semplice, molte volte non sa come comportarsi con loro, se essere rigido o permissivo.
Ha sentito dire che il mestiere di papà nessuno l’insegna, ma ognuno lo deve apprende da solo strada facendo. I suoi figli, come tutti i ragazzi, spesso combinano marachelle, sono capricciosi e gelosi gli uni degli altri. Fortunatamente, però, sono intelligenti e sostanzialmente buoni. Papà Anno sta preparando i suoi bagagli per scendere sulla terra e governarla. I suoi ragazzi vorrebbero andare con lui per vivere una bella avventura ed intraprendere un meraviglioso viaggio e così gli rivolgono mille moine.
- Suvvia, paparino, portaci con te, non te ne pentirai! Saremo ubbidienti e buoni! Implorano in coro i ragazzi.Papà Anno non si lascia commuovere facilmente perché sa bene che con loro non potrebbe svolgere adeguatamente il suo lavoro. Febbraio, però, insiste e facendo mille capriole cerca di strappare non solo un sorriso al padre, ma anche il consenso.Papà Anno che ha il cuore tenero, soprattutto con i suoi cucciolotti, decide alla fine di portarli con sé, ma uno alla volta.I ragazzi sono felici della decisione presa dal padre e tutti corrono ad abbracciarlo e a coprirlo di baci.– Su Gennaio, vieni tu con me dato che sei il primogenito! Dice il papà rivolgendosi al suo figliolo.Gennaio non se lo fa ripetere una seconda volta e corre come il vento a preparare le sue cose. Prima di partire alla volta della terra indossa un caldo cappuccio di lana, sciarpa, guanti ed un mantello, tutti di colore bianco. Appena lui ed il papà arrivano sulla terra odono botti, tintinnii di bicchieri e acclamazioni. Sono gli uomini che danno il benvenuto al suo adorato papà, segno che gli vogliono bene.I due si mettono subito all’opera e prendono a piene mani dai loro sacchi fiocchetti di neve ed imbiancano tutto, trasformando la terra in un mondo candido ed incantato.
Un giorno papà Anno chiama Gennaio e gli dice che è ora di ritornare a casa dai suoi fratelli e dalla sua mamma e di fare scendere sulla terra Febbraio. Gennaio fa i capricci perché vorrebbe restare ancora un po’, ma i patti una volta accettati vanno rispettati e, se pure a malincuore, deve lasciare la terra.
Arriva allora tutto baldanzoso e gaio il secondogenito. Egli, senza perdere tempo, fa vestire tutti gli uomini con costumi e maschere così li rende allegri e spensierati.
A differenza di suo fratello decide di ritornare a casa prima del tempo stabilito perché gli manca tanto la mamma.
Prende il suo posto Marzo, il pazzerello. Ogni momento ne combina una e non ci si può fidare totalmente di lui. Il papà gli dice un giorno di fare splendere il sole nel cielo perché le massaie dopo tanti giorni di pioggia devono asciugare il loro bucato.
Ma cosa combina quel monello?
Combina una birichinata!
Quando vede i panni stesi al sole pensa di fare un dispettuccio alle massaie e così fa cadere tanta pioggia e fa soffiare un vento così impetuoso che si porta via ogni cosa. Egli ride a crepapelle quando vede le donne tutte scarmigliate e bagnate nell’intento di recuperare qualche indumento. Marzo l’ha combinata veramente grossa, questa volta, ed il papà non solo lo rimprovera, ma lo punisce. Quando termina la permanenza di Marzo sulla terra ecco che giunge Aprile, un giovane di bell’aspetto e molto gentile. Egli ama dipingere e così, sentendosi ispirato, prende tavolozza e pennelli e rende il mondo colorato. Dopo di lui arriva Maggio che riempie i giardini di rose di tanti colori e diffonde nell’aria un soave profumo. Segue poi Giugno che porta il sole tiepido ed indora i campi. Quanti papaveri fa spuntare tra le spighe mature! Successivamente viene sulla terra Luglio, che fa andare gli uomini in vacanza per farli riposare un po’. E’ la volta poi di Agosto che porta una calura insopportabile e tutti cercano ristoro al mare ed ai monti. Settembre vuole che tutti riprendano il loro lavoro e chiama i bambini a scuola. Egli sente un bambino che chiede:- Come mai al tempo dei miei nonni e dei miei genitori era Ottobre il mese
che apriva le scuole?
Settembre gli risponde così:- Caro piccino, è stato il mio papà a cambiare tutto ed a togliere questo incarico a mio fratello per affidarlo a me. Secondo lui sulla terra si poltriva troppo e le vacanze erano per voi bambini troppo lunghe. Devi sapere che per crescere, imparare e maturare bisogna studiare di più e non perdere tempo a sollazzarsi.
Il bambino sorride e anche se piccino sembra avere capito le parole di Settembre, però rimpiange in cuor suo lo stesso quei tempi lontani.
Ecco Ottobre con un paniere ricco di frutta saporita. Tutti gli uomini lo ringraziano per la sua generosità. I loro granai ora sono pieni di tante cose buone e non hanno più paura dell’inverno imminente. Dopo di lui viene il penultimo dei figli dell’Anno: Novembre. E’ un ragazzo sensibile, ombroso e malinconico. Infine arriva Dicembre che è un ragazzo bonaccione e rende gli uomini contenti. Egli porta doni a grandi e piccini e prepara il mondo ad accogliere il Bambinello. Papà Anno è soddisfatto dell’aiuto che i suoi ragazzi gli hanno dato perché il suo lavoro è stato meno pesante. Quindi pensa d’ora in poi di condurli sempre con sé nello stesso ordine. Egli saluta gli uomini e, accompagnato dall’ultimo dei suoi figli, si avvia verso casa. Prima di lasciare la terra, però, Papà Anno promette loro di ritornare presto con i suoi amati ragazzi per riprendere il solito giro con più entusiasmo. Gli uomini attendono con ansia il loro ritorno: ormai si sono affezionati tanto a loro da considerarli parte della loro famiglia.